23 dicembre 2010

Bilancio di un'epoca (fine)

Arriva il 25 ottobre.

1969:

Non succede nulla.

2010:
È il giorno del cambio dell'ora legale: le persone soffrono d'insonnia e di depressione.


La fine delle vacanze.

1969:

Dopo aver passato 15 giorni di vacanza con la famiglia, nella roulotte trainata da una Fiat 125, le vacanze terminano.
Il giorno dopo si ritorna al lavoro freschi e riposati.

2010:

Dopo 2 settimane alle Seychelles, ottenute grazie ai Last Minute, rientri stanco ed esasperato a causa di 8 ore di attesa all'aeroporto, seguite da 12 ore di volo.
I bagagli devi andarteli a riprendere la settimana dopo.
Al lavoro ti ci vogliono 4 giorni per riprenderti dal fuso orario.


Come si dice: viviamo in un'epoca davvero formidabile!

22 dicembre 2010

Bilancio di un'epoca (2)

Disciplina scolastica

1969:
Fai il bullo in classe. Il professore ti molla una sberla. Quando arrivi a casa, tuo padre te ne molla un’altra.

2010:
Fai il bullo in classe. Il professore ti domanda scusa. Tuo padre ti compra una moto e va a spaccare la faccia al prof. che ha fatto la spia. Forse dovrai andare dallo psicologo.


Michele vuole andare nel bosco all'uscita da scuola. Mostra il suo coltellino a Giovanni, col quale pensano di fabbricarsi una fionda.

1969:
Il preside vede il suo coltello e gli domanda dove l'ha comprato, per andarsene a comprare uno uguale.

2010:
Il preside chiama la polizia che porta Michele in commissariato e la scuola chiude.
Il TG1 presenta il caso durante il telegiornale in diretta dalla porta della scuola.
Studio Aperto fa un servizio sui Centri Sociali.


Franco e Marco litigano. Si danno qualche pugno dopo la scuola.

1969:
Gli altri seguono lo scontro. Franco vince. I due si stringono la mano e anni dopo, ne riparleranno ridendo con mogli e figli.

2010:
La scuola chiude.
Il TG1 denuncia la violenza scolastica.
Il Corriere della Sera mette la notizia in prima pagina su 5 colonne.


Enrico rompe il parabrezza di un auto nel quartiere. Suo padre si sfila la cintura e gli fa capire come va la vita.


1969:
Enrico farà più attenzione la prossima volta.
Diventa grande normalmente, finisce gli studi, va all'università e diventa una bravo professionista.

2010:

La polizia arresta il padre di Enrico per maltrattamenti sui minori.
Enrico si unisce ad una banda di delinquenti.
Lo psicologo arriva a convincere sua sorella che il padre abusava di lei e lo fa mettere in prigione.


Giovanni cade nell'intervallo durante una corsa con i compagni. Si ferisce il ginocchio e piange. La maestra lo raggiunge, lo prende in braccio per confortarlo.

1969:

In due minuti Giovanni sta meglio e continua la corsa.

2010:

La maestra è accusata di perversione su minori e si ritrova disoccupata, si becca 3 anni di prigione con la condizionale.
Giovanni va in terapia per 5 anni. I suoi genitori chiedono i danni e gli interessi alla scuola ed al Ministero per negligenza nella sorveglianza, e alla maestra per trauma emotivo.
Vincono tutti i processi. La maestra disoccupata e interdetta, si suicida gettandosi da un palazzo.
Più tardi Giovanni morirà per overdose in una casa occupata.

21 dicembre 2010

Bilancio di un'epoca (1)

Latte, burro e uova

1969:
Vai a prendere il latte dal lattaio, che ti saluta, con in mano il bidone in alluminio; prendi il burro fatto con latte di mucca, tagliato a panetti. Poi chiedi una dozzina di uova che sono messe in un vaso di vetro. Paghi con il sorriso della lattaia ed esci sotto il sole splendente. Il tutto ha richiesto 10 minuti di tempo.

2010:
Prendi un carrello del cavolo, che ha una ruota bloccata e lo fa andare in tutti i sensi salvo in quello che tu vorresti, passi per la porta che dovrebbe girare, ma che è bloccata perché un cretino l'ha spinta; cerchi il settore latticini, dove normalmente ti ghiacci e cerchi di scegliere fra 12 marche di burro, che dovrebbe essere fatto a base di latte comunitario. E controlli la data di scadenza...
Per il latte: devi scegliere fra vitaminico, intero, scremato, nutriente, per bambini, per malati, ad alta digeribilità o magari in promozione.
Per le uova: cerchi la data di deposizione, se sono deposti a terra o in gabbia, il nome della ditta e soprattutto verifichi che nessun uovo sia incrinato o rotto.
Fai la coda alla cassa, ma la cicciona davanti a te ha preso un articolo in promozione che non ha il codice...
Allora aspetti e aspetti... Poi sempre con questo carrello del cavolo, esci per prendere la tua auto sotto la pioggia, ma non la trovi perché hai dimenticato il numero della corsia...
Dopo aver caricato l'auto, bisogna riportare l'arnese rotto e solo in quel momento ti accorgi che è impossibile recuperare la moneta...

Torni alla tua auto sotto la pioggia che è raddoppiata nel frattempo...
È più di un'ora che sei uscito.



Fare un viaggio in aereo

1969:
Viaggi con Alitalia, ti danno da mangiare e ti invitano a bere quello che vuoi, il tutto servito da bellissime hostess: il tuo sedile è talmente largo che ci si può stare in due.

2010:
Entri in aereo continuando ad impigliarti con la tua cintura, che ti hanno fatto togliere in dogana per passare il controllo. Ti siedi sul tuo sedile e se respiri un po' forte, dai una botta con il gomito allo schienale del vicino. Se hai sete lo steward ti porta la lista e i prezzi sono stratosferici.

18 dicembre 2010

Un Natale a luci spente

La crisi di vocazioni sacerdotali ha ridotto gli organici ai minimi storici in Italia. Per fronteggiare la situazione si è provveduto ad un accorpamento di parrocchie, con una soluzione vagamente federale, ritenendo forse non maturi i tempi per affidarsi a preti extra-comunitari.
Tant'è ma il risultato è sconfortante. Nella mia chiesa, ridotta di rango,le messe hanno subito un drastico taglio tremontiano, la vita comunitaria ne ha sofferto e la casa parrocchiale, senza inquilino è chiusa.
È un segno dei tempi che si preannunciano veramente tempestosi se i messaggeri evangelici dovessero assotigliarsi ulteriormente.

01 dicembre 2010

Un sogno chiamato Barça

Tecnica, radici e calcio totale: l'utopia realizzata

La partita perfetta del Barça al Camp Nou è l'utopia realizzata, il calcio totale del terzo millennio capace di concretizzare l'antico sogno del club: fondere l'anima e la tecnica catalana con il pensiero calcistico olandese che dagli Anni '70 (con Rinus Michels e Joahn Cruyff) ha permeato la storia blaugrana. Alla disintegrazione del Real Madrid hanno partecipato - davanti al mondo intero, fra cui 1 milione e 320 mila persone sintonizzate con Sky - ben 8 canterani (diventati 10 con l'ingresso di Bojan e Jeffren), gente del famoso vivaio de La Masia, esemplari di calciatori tutti con caratteristiche ben precise e riprodotte in serie: tecnica di base sopraffina, creatività e «catalanità». Un imprinting fortissimo che, oltre a un generale risparmio (la rosa del Barça è costata 157 milioni, quella del Real 477), determina una memoria genetica di gioco e un senso di appartenenza unici. «Ai miei grandi catalani parlavo dell'orgoglio di giocare per il loro popolo, agli stranieri parlavo di soldi...», raccontò il furbo Helenio Herrera ricordando il proprio periodo al Camp Nou dal 1958 al 1960. Retorica, forse, ma la grinta con cui il Barça, guidato dall'icona e capitano Puyol, pressa e sa difendere (particolare sempre decisivo per costruire le grandi squadre) e la ferocia con cui ha infierito sul Real con il quinto gol al 91', oltre che alla storica rivalità e alle provocazioni di Mourinho, ha probabilmente a che fare anche con questo. A La Masia, non a caso nata su suggerimento di Cruyff nel '79 all'allora presidente Nuñez sull'esempio dell'Ajax, l'hardware domestico si integra con il software olandese, che prevede un modulo base (4-3-3) e la versatilità dei giocatori, chiamati a svolgere diverse funzioni, cambiare posizione, insomma «fare tutto» nel miglior modo possibile. Esemplari sono gli scambi di posizione fra Pedro e Messi e il movimento - mai a vuoto e senza sprechi di energie - di Xavi e Iniesta, protetti nel loro lavoro creativo da Busquets, fondamentale uomo-sponda che offre sempre una linea di passaggio per il tiki-taka veloce come un flipper. Tra le mille sfumature di questa filosofia, la più interessante è l'assenza di un attaccante sfondatore. Da La Masia, mediamente, escono grandissimi centrocampisti, difensori solidi, bravi portieri, ma non bomber tradizionali. Non a caso, nella storia recente del club, i grandi realizzatori sono stati importati: Lineker, Stoichkov, Romario, Ronaldo, Eto'o, Ibrahimovic. E non a caso Guardiola si è liberato senza problemi degli ultimi due, estremizzando il principio supremo del football all'olandese. «Il calcio totale è ricostruire ogni volta l'architettura spaziale del campo, creare spazio ed entrarci», diceva Barry Hulshoff, difensore del grande Ajax degli Anni '70. È quello che fa il Barça, ridisegnando il campo in tante ristrette zone per «torelli» con l'avversario e creando azioni-gol lavorate ai limiti del manierismo. Tutto ciò, per essere inaffrontabile come con il Real, presuppone uno stato di grazia collettivo. Se non c'è - poiché l'ortodossia non prevede un piano B - arrivano cortocircuiti come quello dell'anno scorso in Champions nei 180' con l'Inter, la cui impresa, dopo lo show di lunedì, appare ancora più leggendaria. Forse qualcuno (magari lo stesso Real a primavera) riuscirà a imitarla, ma gli 8 titoli vinti dal Barça di Guardiola in due stagioni confermano che il calcio totale del Duemila non è solo bellezza ma tanta, tremenda sostanza.

di Alessandro Pasini, dal Corriere dell Sera di oggi