Agosto politico come una pochade teatrale.
Fini l'austero esce dal Pdl con trentatre argonauti, ma giochicchia con il patrimonio di An e con la famiglia della convivente.
Feltri il vendicatore orobico, ormai pervaso da una egocentrica missione distruttrice, finirà per fottere anche il suo editore.
Berlusconi si risveglia senza maggioranza e perde la trebisonda, perché è il momento di fare funzionare la testa e non la pancia. Ma è un ex da un pezzo!
L'opposizione frastornata, perché la storia l'ha posta davanti al bivio agognato: la fine dell'avventura berlusconiana.
Ma quello che tutti avevano capito, ad eccezione dei repubblicones, è sotto i nostri occhi: politicamente non esiste un progetto alternativo, non esiste un candidato, e trovano spazio persino il presidente che ha fatto fallire la regione Puglia o il pallido ciuffettino della Ferrari, ormai scaricato dal clan Agnelli.
Trova così rilievo il progetto del governo tecnico, cioè di quel generone romano che ha contaminato la politica italiana degli ultimi trent'anni e che ha dato illuminante prova di sè con i governi Ciampi e Dini.
La proposta folgorante ed apprezzata dal geometra Bersani è Casini, un portaborse della prima repubblica che non ha saputo imparare la scienza politica della Dc (a sua scusante, era nella corrente di Forlani).
Bossi dice e disdice, ma il pieno l'ha già fatto al nord e questo gli basta.
Tremonti tace. La prudenza senza coraggio si chiama ignavia.
Pochi minuti fa ho scoperto un programma che riproduce vecchi spezzoni cinematografici. Mi sono divertito con la tigre di Arezzo, Amintore Fanfani, e con la graffiante ironia del grande presidente della Repubblica che ci ha lasciato in queste ore. Ma soprattutto con il video di quel grande chansonnier che fu Rino Gaetano, e che suggerisco a tutti di andare a vedere e risentire.
Anni '80: non vi reggo più. Come ora, 2010.
Penisola immodificabile, ladrona, spensierata, dove una minoranza di malfattori sopravvive a tutti i regimi perché è essa stessa il vero eterno regime che comanda da un secolo in Italia.
Alla soglia degli addii vi lascio il messaggio crudo ed inoppugnabile di Rino.
Nun ve reggae più!
19 agosto 2010
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