05 novembre 2006

Domani Milano?

Milano è una città brutta ed invivibile.
Anche se la passione indigena fa dilatare gli effetti di qualche scheggia di bello, la realtà è che la nostra città diventa ogni giorno meno piacevole, più anonima, più attorcigliata fra cementi, nastri d'asfalto brulicanti di lamiere, sporcizia ed aria inquinata.
Assicurano che questo sia il destino delle metropoli ma, avendo girato abbastanza l'Europa, la sorte matrigna come con noi lo è stata raramente.
Milano ha una posizione geografica infelice. Non beneficia di una ventilazione decente e quando c'è vento, come in questi giorni, siamo talmente disabituati che diventiamo tutti isterici.
Ha una configurazione toponomastica contorta che nemmeno i bombardamenti della seconda guerra mondiale sono riusciti a correggere.
Ha ai propri angusti confini (un'area municipale fra le più limitate) diagonali di centrotrenta chilometri urbanizzate ognuna secondo un proprio modello, ovviamente in dispregio di un disegno globale che nessun ente territoriale, impegnato in visioni planetarie, gli ha mai imposto.
In questo contesto, il problema del traffico è esplosivo come porre una colonia di batteri del tifo nell'acquedotto..
Per limitarsi agli ultimi vent'anni, hanno tentato di metter cerotti tutte le amministrazioni municipali, con rimedi di breve respiro e mancanti di una visione strategica.
Singolare fu l'idea di un sindaco socialista di chiudere il centro storico a sorpresa nei giorni di Natale, con le auto tutt'intorno incolonnate ed impossibilitate a svincolarsi. Raccontano di qualcuno che lì trascorse la notte del Bambino.
Egualmente geniale fu un tale Formentini che per porre ostacoli al traffico sospese la manutenzione delle strade, che presto sembrarono un paesaggio lunare. Tutte le categorie dell'auto lo elessero loro benefattore.

Ora arriva la signora Moratti, sindaco delle libertà, che medita di passare alla storia per avere restituito a Milano l'aria pulita, dopo avere riformato con minore fortuna la scuola italiana da ministro.
Milano non è eliminabile?
Le auto nemmeno, per ora?
C'è qualcosa di trendy ed ecologico in giro per l'Europa?
Voilà, il gioco è fatto. Un consistente ticket per tutti coloro che usano la macchina, siano essi pendolari o residenti, con l'unica eccezione per coloro che comprano l'auto nuova, così Luca Cordero ed il Corriere saranno più amici.
In cambio?
Fra cinque anni, aria delle Orobie circolerà festosa per le nostre piazze e vie e potremo girare anche senza mascherina in inverno.
Ci saranno le piste ciclabili, così le signore bene ed i vecchi biliosi eviteranno di investire i pedoni sui marciapiedi, molti tram in più, tante caldaie ecologiche per quando verrà freddo. Se non si adegueranno, i proprietari degli stabili saranno tassati affinché con il ricavato si possa fare circolare anche aria delle Dolomiti nelle domeniche milanesi.
Il noto problema dei parcheggi per ospitare le auto sarà risolto dalla drastica diminuzione delle stesse.
Il programma d'estensione della rete metropolitana sarà accantonato per la semplice ragione che i milanesi preferiranno spostarsi a piedi o in bicicletta.
Resterà il problema dell'inquinamento dell'hinterland. Se tutti i comuni confinanti, e così via a raggera, non si adegueranno alle regole della capitale, il secondo piano quinquennale prevederà un importante investimento in paratie alte centinaia di metri che saranno calate intorno ai confini cittadini ogni volta che i valori dell'inquinamento provinciale minacceranno la purezza dell'aria milanese.
Tutto perfetto?
Un problema si porrà. L'assembramento di pedoni nelle strade impedirà la pulizia periodica delle stesse. La sporcizia via via si accumulerà, creando impedimenti alla circolazione ma anche proteste dei cittadini esasperati che, sobillati dalla malavita, appiccheranno pericolosamente il fuoco ai rifiuti.
L'ordine pubblico peggiorerà, e vive saranno le proteste delle signore bene che non potranno più circolare con le loro biciclette griffate.
Il sindaco Moratti penserà allora ad un provvedimento drastico e rivoluzionario come l'antica tassa sulle auto.
Un dazio per tutti i cittadini che calpestano l'asfalto pubblico ed un articolato programma affinché tutte le attività impiegatizie siano svolte al domicilio con il computer, così come tutti gli acquisti per la sopravvivenza.

Sarebbe stata la perfezione, se non fosse esistito quello stupido partito dell'inquinamento che alleatosi con i leghisti, i conservatori, il partito degli automobilisti e dei pedoni, usò il suo voto determinante per sfiduciare il sindaco.

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