31 marzo 2007

Osteria Numero Zero

La deriva border pop di Santoro, che riesce a essere trash anche nei panni di difensore delle donne.

Michele Santoro (sia nella versione showgirl biondo platino sia in quella intellettuale brizzolato – entrambi i look gli donano, va detto) ha il grande talento di trasformare qualunque avvenimento, qualunque dramma, qualunque polemica vagamente seria in un cliché glamour, con primi piani carichi di rimmel, musiche di Nicola Piovani, inviate gesticolanti e chador perfettamente drappeggiati. Annozero è così, come ha detto Santoro l’altra sera, “molto borderline”, l’ha garantito durante la puntata euforica sulla violenza alle donne, in cui chiedeva con voluttà a una ragazza velata di nero se il marito usasse, per picchiarla, “il bastone elettrico”. Così borderline, così sempre sguaiatamente in bilico
tra un conformismo e l’altro, che il cliché giovedi scorso si è girato su se stesso e ha semplicemente mostrato l’altra faccia, quella pecoreccia di un anti islam da osteria al terzo bicchiere. “Se è l’uomo che guida, la donna dove la metti, nel portabagagli?”.

Santoro intervistava sulla visione islamica della famiglia un architetto libanese musulmano, avendogli preventivamente aizzato
contro tutto il pollaio finto femminista scandalizzato dello studio (Katia Belillo, Carolina Lussana, perfino la presidente delle donne marocchine in Italia, Souad Sbai, si era per l’occasione trasfigurata, assomigliava più a Elisabetta Gregoraci che a se stessa): “Ora vi facciamo arrabbiare un po’ voi donne, ora vi faccio sentire un maschiaccio...”. Pieno di luce, gli occhi brillanti, quasi come il giovedì precedente quando raccontava di foto compromettenti e di transessuali (definiti in trasmissione politicamente “transversali”, e tutti a ridere come matti), Santoro chiedeva all’architetto musulmano che succede con la moglie “durante la cosa sessuale: l’uomo guida anche lì?”, “E se dice no, che fa, la forza, la costringe?”, “Ci deve spiegare ’sto fatto dell’uomo che guida”, “La donna che c’ha allora, il quarantanove per cento come Berlusconi?”, “Immaginiamo l’architetto musulmano che fa la corte a Katia Belillo, lei che fa, Belillo?”. Una cosa spaventosa: le signore sventate ridacchiavano e stringevano le ginocchia, la ragazza col nikab nero spalancava gli occhi bistrati terrorizzata e Beatrice Borromeo era felicissima come sempre.


Il duetto con la Mussolini.
“Onorevole Mussolini, se viene da lei Corona con delle foto diciamo un po’ osé di quando era giovane”, aveva chiesto una settimana prima Santoro ridacchiando con grande e festosa eccitazione di Vallettopoli, libertà di stampa e di trans. E aveva ricevuto finalmente da Alessandra Mussolini una risposta allo stesso livello, fieramente da bar sport, perfettamente in linea con la nuova linea eccessivamente border pop di Annozero: “A Santò, facciamo invece che vengono da lei con le foto di quando era biondo, se lo ricorda vero Santò?”. Lui non ha più motivo di prendersela, ora che è tutto magnificamente svelato, ora che ha mostrato con gusto l’anima trash, perfino priva per l’occasione di faziosità: l’altra sera la gigantesca questione politica e religiosa dell’islam è stata ridotta alla pruriginosa inchiesta sugli orrendi stupratori di mogli, bastonatori di donne, alcolizzati poligami e imam d’accatto che si ritrovano a sbevazzare in moschea. E con la sua incredibile magia scenica Santoro è riuscito a trasformare un’altra volta la vittima designata (cioè l’architetto musulmano, probabilmente in torto su tutto, che spiegava donne, famiglia e islam), nel vincitore assoluto.


da Il Foglio di oggi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Anni Quaranta,
stamane, come Te, ho letto l'articolo che Tu riporti. Siamo proprio culturalmente conciati male: politici, giornalisti, fotografi, vallette/veline, direttori con la mano morta etc. poche, da noi, sono le "personalità" che si salvano.
E pensare che anch'io, nel mio piccolo, ho fatto il '68 per migliorare il ... mondo (ma speravo almeno l'Italia).
Naturalmente tutto serve, tutto insegna. Ci rimani un po' male, ma passa. Anche quando a fregarti è l'amicizia.
Bye.
banzai43

Anonimo ha detto...

Il 68(,caro Banzai,é la madre di quasi tutti i guai di oggi.-
Sono scomparsi : il senso del lecito e dell'illecito,la meritocrazia sostituita dall'egualitarismo fricchettone,la dimensione del limite per cui tutti si sentono capaci di fare tutto.Nel mondo bacchettone e timorato in cui l'Italia ha fatto il saldo da paese agricolo a paese industriale le cose accennate sopra c'erano poi sono scomparse e saranno i nostri figli a pagarne le conseguenze.-
Giacomo