Da quando seguo calcio - ed è una vita, la mia - le partite come Lazio-Milan di domenica sera hanno una simpatica definizione gergale: "biscotto".
Il biscotto è un accordo per un risultato che fa comodo ad entrambe le squadre e presuppone una spasmodica attenzione dei contendenti a non farsi male reciprocamente.
I biscotti meglio farciti si confezionano generalmente nell'ultima giornata dei turni eliminatori ai Mondiali. Ma anche le ultime giornate di campionato toccano vertici di perfezionismo esemplari.
Queste combine, perché tali sono e mirano a fottere un avversario terzo, non sono ovviamente contemplate nel prontuario delle pene della Federazione, perciò ne fanno uso alla bisogna grandi e piccole squadre, anche in modo spudorato, tanto che quando il patto viene tradito (Bagni negli ultimi cinque minuti di un Genoa-Inter di vent'anni fa), l'Ufficio Inchieste finge di indagare e poi archivia.
Questo è il calcio bellezza, direbbe un cronista americano, paese terribilmente serio dove nelle competizioni di squadra vale solo la regola dell'eliminazione diretta.
Ma per tornare al biscottone di domenica sera, evento di cui si sono accorti persino quei due pseudo-cronisti di Sky che normalmente mugolano di godimento anche per le rimesse laterali, tutti sapevano che, con una trattativa in corso fra le due società per il passaggio di Oddo dai romani ai berluscones, era d'obbligo non litigare sul risultato.
E così è stato.
La cosa più divertente non sono stati i circa duecento passaggi sbagliati durante gli strazianti novanta minuti, ma il litigio a fine gara fra Galliani e Lotito.
Mi viene un dubbio.
Che avessero pattuito un 1 a 1?
22 gennaio 2007
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2 commenti:
I ricordi dell'infanzia sono troppo sfumati, o forse (più probabilmente) ho rimosso il trauma... certo è che l'equivoca tradizione lega le due società dai tempi del cucco. D'altronde, ogni club ha le sue preferenze in fatto di biscotti, diciamo i suoi partner storici. L'Inter, com'è ben menzionato, ha da sempre il Genoa. La Juventus, ad esempio, ha il Bologna. E il Milan ha la Lazio.
La partita di domenica sera, per farla breve, è stata combinata: se ne accorgeva un bambino contando i tiri in porta (zero per parte). Sicuramente una clausola nella delicata trattativa per la cessione del fenomeno Oddo: come ha già commentato qualcuno, il giovane difensore di 31 anni che mancava al Milan. Ma non è una novità. Senza tornare indietro di 27 anni, basterebbe ripensare al marzo del 2006.
Si giocava la sfida per il primato, altro che quarto posto! Al Delle Alpi si giocava Juve-Milan. E si giocò su una patina di sabbia (tanto di Capello!), non fosse mai che qualcuno avesse pensato di alzare il ritmo o di calciare pulito verso il bersaglio. Stesso risultato di domenica sera, stessi tiri in porta (zero per parte). Anche in quel caso, il nostro ottimo allenatore Ancelotti commentò, compiaciuto, che il punto era sicuramente "guadagnato". La sera, gli inseparabili amiconi Adriano (Galliani) e Antonio (Giraudo) brindarono a cena, come da consolidata tradizione. Chissà Lucianone poi dov'era... probabilmente al cellulare con l'arbitro, che aveva espulso il nostro Sindaco Gattuso: l'unico dei 22 che comunque voleva giocarsela, come sempre.
Ma certo quella era tutta un'altra epoca! Era l'epoca del calcio marcio, che oggi non c'è più. Oggi, nel campionato degli onesti.
PS: Ah, dimenticavo. L'arbitro era De Santis.
Per chi nutrisse qualche dubbio sull'entità del biscotto di domenica l'altra, i tre gol a zero con cui la Lazio è andata a demolire il Palermo sette giorni dopo dovrebbero essere un argomento convincente.
PS: il calcio in questo paese è morto il 26 luglio 2006.
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