Concesso che dura sarà sempre, per lo meno adesso la questione è più civile. Una volta confermato che, con Borrelli ai giardinetti, Scalfaro ai giardinetti, Caselli (come insinua Sorrentino nel “Divo”) più che altro dal coiffeur, e con Colombo e D’Avigo nei pressi a loro volta delle panchine del parco, straconfermato, si diceva, che in questa sua nuova e meno infelice condizione l’Italia potrebbe diventare perfino un paese passabilmente anormale, due considerazioni bisogna aggiungerle. La prima è che Borrelli, Caselli e compagnia trascorsa, non è che avessero puntato la prua esattamente su un paio di frilli. Craxi, Andreotti, Berlusconi, ma pure Previti, Mannino, Pomicino, insomma, era tutta gente tosta, per cui onore quantomeno al fegato. Il secondo rilievo è figlio invece delle cronache di questi giorni e delle inevitabili preoccupazioni per il bilancio. Dal momento che i nouveaux magistrates, con quello che costano laurea e concorsi, d’ora in poi faranno i ganassa solo con le Vanne Marchi e i Vittori Cecchi Gori, non si potrebbero prendere dei diplomati?
Andrea Mercenaro sul Foglio
27 giugno 2008
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