16 ottobre 2009

Barbarossa

Spinto dalle velenose recensioni della critica di sinistra e dalla curiosità di vedere all'opera un regista italiano in un kolossal storico, ho visto il film icona dei leghisti.
Delusione profonda, non tanto per la rivisitazione storica, sostanzialmente fedele alle gloriose vicende del Carroccio e della rivolta delle città del Nord contro l'imperatore tedesco, ma per la mediocre resa drammatica, la sceneggiatura approssimativa, la scelta disastrosa degli interpreti, fatta eccezione per il sempre stupendo Rutger Hauer, ingigantito dal confronto con l'interpretazione miserrima di Raz Degan, volto di Alberto da Giussano.
Nel film gira un'aria di mediocre fiction della Rai, dilettantismi insopportabili delle interpreti femminili, un doppiaggio offensivamente sovrabbondante di esse sibilanti.
Peccato. Poteva essere una bella occasione per esaltare un raro episodio di dignità nazionale e per raccontare drammaticamente le pulsioni e la civiltà del tardo-medioevo.
Occorreva un'altra tempra di regista ed un approccio culturale più sincero e serio all'epica della civiltà comunale.

1 commento:

TheSteve ha detto...

Indubbiamente una grande occasione perduta. D'altronde, non era verosimile attendersi dalla concessionaria del servizio radiotelevisivo pubblico romano la produzione di un'opera manifesto dell'identità storica padana. C'è veramente poco da salvare, a parte le rughe scavate e l'occhio ceruleo del mitico replicante di Blade Runner. A cominciare dal titolo, che lascia intuire fin da subito come il protagonista della serata non sarà l'israeliano (mah) Alberto da Giussano.