La vita pubblica e giudiziaria italiana sta vivendo uno dei momenti più delicati e critici dalla fine di tangentopoli. In perfetta simbiosi con una tornata elettorale che si preannuncia fondamentale per misurare il livello di decadenza del sistema di potere berlusconiano, sono emerse inchieste giudiziarie di così vasto e diffuso raggio sulla corruzione nel sistema pubblico e statuale da ingenerare la netta convinzione che gli argini contro il malaffare siano stati rotti in modo diffuso e sistemico.
La curva del consenso berlusconiano è in evidente affanno anche per motivi fisiologici. Spesso si dimentica che fanno ormai 17 anni di leaderschip nel paese. Un lasso di tempo epocale che, accompagnato all'anzianità di Berlusconi, ben spiega i segni di un crepuscolo che il suo alleato di partito e primo erede Fini cerca di rendere i più accelerati possibili.
Questi diffusi episodi di decadimento della moralità pubblica, che seguono gli stili di vita sessuale discutibili e poco confacenti del premier, sono però sintomatici di uno sfaldamento del modello che è stato proposto negli ultimi tre lustri e che faceva da pilastro portante del consenso popolare.
Cosa succederà ora?
La certezza della fine del berlusconismo è un dato inoppugnabile. Potremmo chiederci, adattando Costanzo, quale disgrazia troveremo dietro l'angolo.
Del tutto improbabile che l'eredità del Cavaliere sia raccolta dal Pdl, che per la dissonanza delle sue componenti sembra destinato ad una inesorabile frantumazione.
L'unica incertezza è legata ai tempi. La debolezza del Pd e le incredibili risorse del Berlusca potrebbero produrre un arco temporale sufficiente alla nascita di una nuova alchimia maggioritaria disegnata su una diversa versione di centro-destra, che resta la connotazione più certa e stabile dell'elettorato italiano.
24 febbraio 2010
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2 commenti:
Sono abbastanza d'accordo.
banzai43
L'accordo di banzai é preoccupante,prendiamone atto toccando...ferro!
Giacomo
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