Con finto candore il mitico Ferrara si chiede oggi sul Foglio che senso abbia la Finanziaria appena approvata, stante il comunicato odierno dell'Istat che fissa nel 2,5% il rapporto deficit-Pil al netto degli oneri straordinari riguardanti i rimborsi Iva sulle auto aziendali.
Ferrara è un politico puro che, a differenza di molti economisti da cordata, sa leggere le tendenze e le strategie gestionali che da sempre sorreggono le contabilità sia dello Stato sia delle aziende.
La tattica adottata dal duo TPS-Prodi non è né nuova né particolarmente geniale.
Ne fecero scellerato uso, in un contesto dimensionale diverso, amministratori di banca a metà degli Anni '90 con la benevola e compiaciuta approvazione di Via Nazionale.
Arrivavi alla guida di una banca ed avevi due strade per affermare la tua geniale diversità rispetto ai predecessori.
La prima, difficile, imprescindibilmente necessitava d’elevata professionalità, come noto merce rara.
Esaminato il complesso aziendale, individuavi i punti di debolezza, di crisi e di potenziale vitalità e quindi procedevi a coerenti riforme di carattere strutturale, pretendendo il tempo necessario perché manifestassero i loro effetti.
La seconda tecnica è più rozza.
Chiamiamola "tecnica TPS", ma solo per comodità di ragionamento.
Ha il vantaggio di produrre effetti immediati.
Svaluti in modo selvaggio i beni aziendali, rinunci a legittime riprese fiscali, gonfi i fondi rischi oltre ogni ragionevole logicità.
I massimi organi di controllo, la stampa economica ed anche i super-poteri giudiziari ti considerano un implacabile ma benemerito risanatore.
Chiudi uno o due bilanci con perdite da capogiro e poi aspetti fiducioso il rimbalzo fisiologico.
I crediti da irrecuperabili diventano cartolizzabili con ottima resa; le perdite, ieri totali, segnano più che adeguate riprese di valore; i fondi rischi ad un più attento esame si manifestano eccedenti ed il tax asset restituisce gli utili già fiscalizzati.
Firmi uno o due esercizi (ma per gli estimatori basta anche una semestrale) con utili da record e ti attaccano sul petto la medaglia del geniale risanatore.
Sei pronto a rifare il giochino in un'altra azienda perché in quella che hai bonificato cammini sulle macerie e rischi l'incolumità fisica.
Negli Usa, per chi tenta una manfrina di questo genere, la Fed chiede l'arresto immediato per falso in bilancio e la magistratura provvede.
In Italia, un processo per falso in bilancio se lo subiscono gli amministratori che hanno preceduto i coraggiosi risanatori.
Ma si sa che noi viviamo nella patria del diritto.
Tutto ciò non è un case history ma cronaca vera dei ruggenti Anni '90 italiani: quelli dei capitani coraggiosi e dell'ingresso trionfale in Europa.
Un modulo contabile-gestionale che il geniale TPS ha dissotterrato dal cimitero delle nefandezze e proposto al rancoroso Prodi di adattare al bilancio dello Stato.
All'uomo di Bologna si sono riaccese tutte le lampadine dei tempi dell'IRI.
È stato sufficiente titillare gli umori antitaliani degli amici di Bruxelles, fare sfornare a qualche ufficio statistico amico previsioni da catastrofe, dimenticare per cinque e sei mesi alcuni incidenti fenomeni contabili di carattere straordinario, spargere a piene mani livore antiberlusconiano grazie agli amici della stampa fra il popolo dei vacanzieri.
Quelli che nelle famiglie dal giorno 20 del mese non si beve latte perché i soldi bastano solo per ricaricare i tre o quattro cellulari di casa, sprigionavano dolorosa indignazione per lo stato in cui ci avevano ridotto le destre. Gli altri fiutavano odore di nuove tasse con atavica arssegnazione.
Et voilà, il giochino era pronto per l'uso.
A tutto il resto avrebbe pensato Visco, il vampiro in emoteca.
Ed ecco una spaventosa pioggia di tasse, balzelli regionali, decime comunali. Per un totale di 40 mila miliardi d'€uro, quando ne bastavano 15 per tacitare i grigi ragionieri di €urolandia, i becchini del vecchio continente unificato nella recessione eterna.
L'anno prossimo questo governo illuminato, riformista e risanatore, potrà affermare che il rapporto Pil-deficit è il migliore d'Europa e persino, con i miliardi risparmiati in opere pubbliche reazionarie ed ecomostruose come la Tav nazionale e transalpina, procedere a pochi e ben mirati aumenti di tasse.
E bravo TPS!
Ricordati però che per i maghetti del risanamento bancario degli Anni '90 non è poi finita in gloria. Anzi. Ai più resistenti e fortunati è rimasto solo l'ufficio vista lago. Ma a Prodi non rivelarlo, tanto non capisce.
11 gennaio 2007
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2 commenti:
Amico mio, ho letto con attenzione assai desta.
Poffarbacco eziandio, mi vuoi dire che, tanto per fare sfoggio di cultura citando Shakespeare, "C'é del marcio in Danimarca" ?
A presto.
banzai43
Fino a quando i cittadini non capiranno che interessarsi soltanto sporadicamente di politica è nell'interesse di una classe politica di professionisti vorace ed insaziabile non se ne esce;nessuno riflette sul fatto che comunque la politica tra imposte tasse e tasse sulle tasse(per esempio nellebollette del gas l'IVA sull'imposta erariale)porta via circa il 50% delle entrate disponibili.L'unica strada è quella di diminuire il peso dello Stato ma la constatazione sconfortata è che non ieteressi quasi nessuno di una classe politica che privata delle ideologie si aggrappa a valori per giustificare il proprio ruolo debordante.-
Giacomo
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