Maggio, mercoledì 23. Il Milan ha conquistato la sua settima coppa con le orecchie.
Sommando i trofei internazionali, è ora la squadra più titolata nel mondo.
Ha fatto sua la finale con il Liverpool dopo una partita non bella ma tatticamente esemplare, con due stupende perle di Pippo Inzaghi.
Si conclude nel migliore dei modi una stagione agonistica complicata, con più ombre che luci, pesantemente condizionata dalla giustizia federale ispirata dai signori dei telefoni.
Ancelotti ha ottenuto il massimo possibile da un gruppo oggettivamente finito per anagrafe e tenuto a galla dalle meravigliose ispirazioni del giovane fuoriclasse Kaka.
All'allenatore va riconosciuto di avere vinto la scommessa della vittoria nella posta più importante e più improbabile.
La dirigenza ha fatto il possibile per combinare pasticci sin dalla campagna acquisti ed ora si appresta a ripetere nefandezze, anzichè usare il tesoretto della Uefa per acquisti incisivi e decisivi, per rinvigorire un gruppo esausto.
Quelli dell'altra sponda del Naviglio sono sull'orlo di una crisi di nervi e maledicono il loro destino, che non gli permette di godere la vittoria nel campionato degli oratori d'Italia.
Archiviamo una stagione da considerare comunque preziosa e prepariamoci ad un 2008 che i rossoneri giocheranno tutto in chiave internazionale, almeno sino a dicembre (Yokohama).
Per il campionato, poche le speranze di essere protagonisti ma almeno la consolazione che agli indossatori di scudetti altrui penserà la Juve - ben tornata - a turbare i sonni...
23 maggio 2007
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2 commenti:
Per una volta, fra tante tristezze, prova anche Tu ad essere ottimista.
Un abbraccio rossonero.
banzai43
Con i Rossi avevamo un credito aperto da Istanbul, e il destino ha voluto chiudere il conto due anni dopo ad Atene (l'anno scorso a Parigi, di fatto, non era arrivato neppure il Liverpool).
La mia sensazione è che tutto l'ambiente abbia scarsa consapevolezza di questo aspetto inequivocabile e tenda a sopravvalutare il proprio merito nell'impresa, dimenticando che ad Atene non meritavamo di vincere almeno quanto a Istanbul non meritavamo di perdere.
Il primo risultato sarà quello di vedere apparecchiato per un anno ancora il bollito misto dei vari Maldini, Cafu, Inzaghi, Dida, etc.
Il secondo sarà una campagna acquisti al gerontocomio, che è poi il menu fisso della Casa, tant'è che già si sentono pronunciare nomi di impresentabili delle fattezze scimmiesche di Emerson, e altri ancora.
Sicuramente c'è da rassegnarsi ad un altro anno di anonimato in Italia perché le priorità di immagine, cioè di ritorno economico, sono Yokohama e Mosca.
Totale: i conti del destino tornano sempre, quelli economici solo quando si vince, quelli dei tifosi come noi nemmeno allora.
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