02 aprile 2010

Che Italia è?

Che Italia è, quella che riprende la navigazione dopo essersi scannata nella baia delle regionali? Politicamente è uguale a se stessa, da quindici anni, con l’intero dibattito che ruota attorno a Silvio Berlusconi, con la sinistra ipnotizzata e, al tempo stesso, indemoniata dall’idea che si possa vincerlo senza batterlo elettoralmente, con alcuni volontari che, a turno, cercano di fargli le scarpe nel suo stesso schieramento, soccombendo uno appresso all’altro. Istituzionalmente peggiora, perché interi apparati dello Stato sono vicini al coma celebrale, mentre i giornali, per piaggeria o supposta furbizia, tendono a spandere incenso attorno al deragliamento che travolge gi equilibri costituzionali. Economicamente ha il fiatone, ha smesso di correre e ancora avanza a sobbalzi, piegandosi sul fianco e tenendosi la milza. Ha la stoffa di un gran corridore, ma acciaccato. Socialmente può essere letta in modi diversi, perché i numeri dell’economia dimostrano che le cose non vanno poi così male, ma l’umore complessivo è malmostoso, segnalando un Paese meno propenso alla grandiosità e alla generosità, più aggredito da invidia, accidia e rosiconeria. In questa situazione Berlusconi ha messo in atto il suo capolavoro elettorale.

Sa leggere e interpretare l’Italia meglio di chiunque altro, e per negarlo si deve essere non di parte o avversari, ma direttamente stupidi. Chi crede che sia lui a modellare quest’Italia s’illude, perché spera che mettendolo a tacere (è una parola!) le cose cambino. No, in quel caso si perderebbe il migliore interprete, non cambierebbe la realtà. Il capolavoro delle regionali dovrebbe essere studiato, Sarkozy dovrebbe passarci sopra le vacanze, perché usa le parole altrui a proprio vantaggio. La sinistra attacca perché ritiene illiberale chiudere le trasmissioni politiche della Rai? Lui non risponde negando, ma affermando che quei conduttori politicizzati dovrebbero tacere sempre. Lo attaccano sul piano giudiziario? Lui tralascia la sostanza e accusa i magistrati. Lo crocifiggono con le intercettazioni? E lui chiede agli italiani se si sentono tranquilli, quando parlano al telefono. Il tutto a uso e consumo di quella fetta d’italiani che seguono la politica e il dibattito pubblico. Non la maggioranza...

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