Concluse le elezioni, come dice oggi sul Curierun Paolo Ostellino, i voti si contano e non si pesano.
Queste elezioni di mezzo termine hanno sostanzialmente detto quattro verità.
1. In Italia il centrodestra è maggioritario e sopporta persino due anni di governo distratto e di scandaletti pornografici del Cavaliere. L'elettorato non è però beota, come fortunatamente crede il pensiero debole degli pseudo intelettuali di sinistra, ed i suoi messaggi li manda forti e chiari. La crescita geometrica della Lega è dovuta a questo, oltreché da una indubbia capacità politica (i migliori ministri sono leghisti o di cultura leghista).
2. Il Pd è ormai uno zatterone incapace di generare iniziativa politica. Il connubbio catto-comunista è peggio di una paresi facciale. Dal serpentone elettorale ogni tanto si stacca un sussulto di isteria politica che li indebolisce ulteriormente. Questa volta è toccato ai seguaci del comico genovese.
3. Il vero sconfitto è Casini, con la sua compagnia di giro dei Rutelli, Tabacci, Luca di Montezemolo e direttori di giornali. Il bipolarismo è una realtà che non si scalfisce con simili figuranti. Peggio, i nipotini democristiani si sono inventati una strategia dei due forni che li ha fatti somigliare a Mastella e che l'elettorato ha bocciato sonoramente.
4. Fini ha confermato di contare più sui giornali e sulle televisioni che nelle matite degli elettori di destra. Il suo rancoroso attacco prolungato a Berlusconi ed il suo altezzoso silenzio in campagna elettorale è costato poco elettoralmente, ma verrà da lui pagato molto in termini di incisività politica.
La sensazione è che il Pdl si sia ancora una volta ricompattato dietro al suo leader ed abbia accettato come ineluttabile l'asse di governo Berlusconi-Bossi.
01 aprile 2010
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