Seguo lo schema cronologico di Panorama del 20.7.2011.
1) Il 22.4.2011 l'agenzia di rating Moody's abbassa il voto della Grecia.
2) Il gestore di un fondo hedge stabilisce che la crisi greca può indebolire anche i titoli italiani..
3) In maggio il gestore inizia a vendere allo scoperto i titoli di stato italiani (quotati per ipotesi, 98 euro) con l'impegno a consegnarli fra tre mesi.
4) Afondi si accodano ed iniziano a vendere titoli italiani.
5) Il 17 giugno l'agenzia di rating annuncia che potrebbe tagliare il rating sui titoli italiani: il loro prezzo inizia a scendere.
6) I titoli di stato su cui ha scommesso il gestore scendono a 95. Il gestore li compra a 95 e li rivende a 98 con un guadagno di 3 euro per titolo.
Non è un caso di scuola, è quanto avvenuto in primavera ed i protagonisti hanno nome e cognome. Moody's non è una sigla inventata ma è una delle tre società che nel mondo dà i voti a tutti: imprese e debiti sovrani . Ogni tanto, poiché è congenitamente afflitta da uno spaventoso conflitto di interessi, prende qualche abbaglio (vedi subprime) o fa silenziose azioni di comparaggio per il mondo della grande finanza in cui affonda le sue radici.
La speculazione ribassista non l'hanno però inventata loro, con il supporto di sofisticatissimi software ed hardware potentissimi. La meccanica operativa è antica come il mondo ed in Italia Ravelli, con fiuto ed esperienza, era il ribassista principe della modesta ed asfittica Borsa di Milano.
Cosa c'è ora di diverso? L'economia globalizzata per le sue interdipendenze consente di ripetere il copione all'infinito senza tregua.
Il potere di analisi e decisione è passato dall'uomo ai sistemi informatici. Si possono governare grandi masse di eventi ma l'automatismo dei provvedimenti cosiddetti stop-loss rende disastrosi i cosiddetti effetti collaterali, trasformando dei fenomeni per definizione ciclici in crisi
planetarie e permanenti.
I governi del mondo assistono inerti a questo diabolico marchingegno che rende ricchi solo i cento padroni del mondo, siano essi non più solo i grandi finanzieri americani ma anche gli sceicchi arabi o gli oligarchi russi e cinesi. La politica gioca di rimessa rammendando la tela dell'economia reale sempre più logora ed attaccabile. Certo vi sono grandi errori sullo sfondo, il primo definitivo dei quali è stato pensare di potere assicurare un relativo benessere all'occidente con lavoro decrescente e sfruttamento inalterato del sud del mondo. Anche questa una strategia speculativa che prima dell'economia la storia ha sconfitto.
Ha un senso tutto ciò? O è semplicemente un'accelerazione della corsa che porterà l'umanità all'autodistruzione?
31 luglio 2011
30 luglio 2011
Social network
Scrive (e sottoscrivo) Vittorio Feltri su il Giornale: "YouTube, la piazzetta preferita e maggiormente frequentata dai nuovi cretini e dai volontari del precariato, due categorie perfettamente fungibili".
Il giudizio politico sul precariato è di pancia e persino irriverente per un dramma sociale che investe il presente ed il futuro del mondo occidentale, specie nella certa prospettiva della fine del generoso e folle welfare italiano, ma su Youtube basta a confermarne la sprezzante definizione andare a vedere i filmati più cliccati.
Andate. Deprimente, ma istruttivo.
Il giudizio politico sul precariato è di pancia e persino irriverente per un dramma sociale che investe il presente ed il futuro del mondo occidentale, specie nella certa prospettiva della fine del generoso e folle welfare italiano, ma su Youtube basta a confermarne la sprezzante definizione andare a vedere i filmati più cliccati.
Andate. Deprimente, ma istruttivo.
28 luglio 2011
Salentu: lu sule, lu mare, lu ientu
Prosegue una vacanza serena ed in cui mi sento totalmente a mio agio.
Tempo splendido, caldo ma temperato dalle brezze, mare trasparente, fondali bassi per i nuotatori da "si tocca?", come io sono.
Poi la scoperta dell'umanità, del dialetto, della cultura gastronomica ed enologica.
Un caleidoscopio di attimi, di sensazioni, di curiosità che la gente non respinge ma cortesemente asseconda.
Qualche annotazione.
I bambini, tanti, chi belli e chi obesi proprio come saranno da adulti, mediamente meno chiassosi ed isterici di quelli di città, guardati a vista da genitori che incutono loro un quieto rispetto e dai fratelli/sorelle maggiori. Perché qui le famiglie sono numerose ma non tribù, la media è ben oltre i due.
I ragazzi si sposano giovani ed il progetto-famiglia è ancora fra i loro obiettivi di vita.
Sembra poco ma per una comunità dinamica che vuole tramandarsi questo è tutto.
Non credo che le condizioni di sopravvivenza economica qui siano migliori che nelle aree post industriale: anzi, il tasso di emigrazione temporanea verso il Nord Europa è elevato.
Ma i riti e le costumanze qui si mantengono, e qui soprattutto si torna per le ferie o per sempre quando i risparmi consentono di avviare un'attività od integrare una pensione.
E' una connotazione di tutta la gente di Puglia, come ben sappiamo a Milano, la seconda città pugliese per abitanti dopo Bari.
Tornando alla famiglia, non senti mamme chiamare i loro figli gioia, amore e tesoro come siamo abituati a sentire noi.
I figli non sono generiche astrazioni, e se l'hai battezzato Nicola così lo devi e lo vuoi chiamare.
Se hai l'uzzolo malsano di adorare i nomi Luna, Asia o paccottiglia simile che le mode marchettare suggeriscono, o anche il solo passaparola in ufficio o in fabbrica, ti prendi un cane e così lo chiami perché né la chiesa né l'anagrafe te lo acconsentirebbero. Gli effetti nefasti della televisione spazzatura incidono anche qui, ma la tradizione e la famiglia sono ancora un'inaffondabile argine all'ignoranza dilagante.
Sembrano sciocchezze ma è civiltà tramandata e rispetto per un esserino che da adulto si sentirà affibbiare tanti nomignoli, fra cui a Milano "pirla" il più probabile e frequente.
Tempo splendido, caldo ma temperato dalle brezze, mare trasparente, fondali bassi per i nuotatori da "si tocca?", come io sono.
Poi la scoperta dell'umanità, del dialetto, della cultura gastronomica ed enologica.
Un caleidoscopio di attimi, di sensazioni, di curiosità che la gente non respinge ma cortesemente asseconda.
Qualche annotazione.
I bambini, tanti, chi belli e chi obesi proprio come saranno da adulti, mediamente meno chiassosi ed isterici di quelli di città, guardati a vista da genitori che incutono loro un quieto rispetto e dai fratelli/sorelle maggiori. Perché qui le famiglie sono numerose ma non tribù, la media è ben oltre i due.
I ragazzi si sposano giovani ed il progetto-famiglia è ancora fra i loro obiettivi di vita.
Sembra poco ma per una comunità dinamica che vuole tramandarsi questo è tutto.
Non credo che le condizioni di sopravvivenza economica qui siano migliori che nelle aree post industriale: anzi, il tasso di emigrazione temporanea verso il Nord Europa è elevato.
Ma i riti e le costumanze qui si mantengono, e qui soprattutto si torna per le ferie o per sempre quando i risparmi consentono di avviare un'attività od integrare una pensione.
E' una connotazione di tutta la gente di Puglia, come ben sappiamo a Milano, la seconda città pugliese per abitanti dopo Bari.
Tornando alla famiglia, non senti mamme chiamare i loro figli gioia, amore e tesoro come siamo abituati a sentire noi.
I figli non sono generiche astrazioni, e se l'hai battezzato Nicola così lo devi e lo vuoi chiamare.
Se hai l'uzzolo malsano di adorare i nomi Luna, Asia o paccottiglia simile che le mode marchettare suggeriscono, o anche il solo passaparola in ufficio o in fabbrica, ti prendi un cane e così lo chiami perché né la chiesa né l'anagrafe te lo acconsentirebbero. Gli effetti nefasti della televisione spazzatura incidono anche qui, ma la tradizione e la famiglia sono ancora un'inaffondabile argine all'ignoranza dilagante.
Sembrano sciocchezze ma è civiltà tramandata e rispetto per un esserino che da adulto si sentirà affibbiare tanti nomignoli, fra cui a Milano "pirla" il più probabile e frequente.
22 luglio 2011
Uscire dal silenzio
In ferie, in una terra incredibilmente stupenda ed amica: il Salento.
Ritorna anche la voglia di scribacchiare qualcosa o magari, più ambiziosamente come mi sollecita Stefano, rivisitare gli spazi e le persone del mio lungo sentiero umano.
Verrebbe voglia anche di impegnarsi in più elevate riflessioni per cercare di verificare con se stesso cosa si è capito dell'unico target che conta veramente nella vita.
Per ora, l'impresa è ritrovare la voglia di raccontarsi qualcosa e di trasferirlo a quei pochi pazienti lettori che mi resistono. Non a quei quattro furfanti che ravanano in vecchi post per lasciare messaggi e siti pornografici. Ravvedetevi! Non parlo alla vostra coscienza, perché non ho sufficiente autorità morale ma al vostro spirito mercantilistico: troppi pochi lettori per sprecare tempo e sterco; credetemi, nella nostra epoca chi non è attento al ritorno è solo un povero pirla o un lenone fallito.
Vediamo cosa è successo di saliente in questi tre mesi.
Berlusconi ed il Pdl cercano di sopravvivere a se stessi ed al partito dei manettari ma l'ossigeno sta finendo, come è giusto dopo 18 anni.
Cosa succederà dopo? Una dittatura dei mandarini di stato appare sempre più probabile, fra gli osanna della stampa massonico-borghese ed i sussulti di una sinistra che non c'è più dai tempi di tangentopoli, stranita dalle facili assoluzioni in istruttoria.
Le amministrative a Milano hanno consegnato per la prima volta alla sinistra radicale ed estrema Palazzo Marino. Non è merito di Pisapia, un borghese afflitto da sindromi romantico-rivoluzionarie, ma della rivolta popolare contro il clan Moratti e dell'antipatia naturale che permea la signora Letizia, finalmente ex sindaco, sostenuta sino al suicidio elettorale da Berlusconi, un tempo famoso per sapere interpretare gli umori popolari, ora stordito da Palazzo Grazioli e dalle notti da lupanare.
Rimarrebbe la squallida vicenda Calciopoli e l'ignavia della Federazione calcio.
Ma di questo vale forse la pena parlare in modo più diffuso, per capire come in Italia ci sia sempre un croupier che non solo dà le carte ma decide preventivamente chi deve vincere le partite.
Ritorna anche la voglia di scribacchiare qualcosa o magari, più ambiziosamente come mi sollecita Stefano, rivisitare gli spazi e le persone del mio lungo sentiero umano.
Verrebbe voglia anche di impegnarsi in più elevate riflessioni per cercare di verificare con se stesso cosa si è capito dell'unico target che conta veramente nella vita.
Per ora, l'impresa è ritrovare la voglia di raccontarsi qualcosa e di trasferirlo a quei pochi pazienti lettori che mi resistono. Non a quei quattro furfanti che ravanano in vecchi post per lasciare messaggi e siti pornografici. Ravvedetevi! Non parlo alla vostra coscienza, perché non ho sufficiente autorità morale ma al vostro spirito mercantilistico: troppi pochi lettori per sprecare tempo e sterco; credetemi, nella nostra epoca chi non è attento al ritorno è solo un povero pirla o un lenone fallito.
Vediamo cosa è successo di saliente in questi tre mesi.
Berlusconi ed il Pdl cercano di sopravvivere a se stessi ed al partito dei manettari ma l'ossigeno sta finendo, come è giusto dopo 18 anni.
Cosa succederà dopo? Una dittatura dei mandarini di stato appare sempre più probabile, fra gli osanna della stampa massonico-borghese ed i sussulti di una sinistra che non c'è più dai tempi di tangentopoli, stranita dalle facili assoluzioni in istruttoria.
Le amministrative a Milano hanno consegnato per la prima volta alla sinistra radicale ed estrema Palazzo Marino. Non è merito di Pisapia, un borghese afflitto da sindromi romantico-rivoluzionarie, ma della rivolta popolare contro il clan Moratti e dell'antipatia naturale che permea la signora Letizia, finalmente ex sindaco, sostenuta sino al suicidio elettorale da Berlusconi, un tempo famoso per sapere interpretare gli umori popolari, ora stordito da Palazzo Grazioli e dalle notti da lupanare.
Rimarrebbe la squallida vicenda Calciopoli e l'ignavia della Federazione calcio.
Ma di questo vale forse la pena parlare in modo più diffuso, per capire come in Italia ci sia sempre un croupier che non solo dà le carte ma decide preventivamente chi deve vincere le partite.
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