28 luglio 2011

Salentu: lu sule, lu mare, lu ientu

Prosegue una vacanza serena ed in cui mi sento totalmente a mio agio.
Tempo splendido, caldo ma temperato dalle brezze, mare trasparente, fondali bassi per i nuotatori da "si tocca?", come io sono.
Poi la scoperta dell'umanità, del dialetto, della cultura gastronomica ed enologica.
Un caleidoscopio di attimi, di sensazioni, di curiosità che la gente non respinge ma cortesemente asseconda.
Qualche annotazione.
I bambini, tanti, chi belli e chi obesi proprio come saranno da adulti, mediamente meno chiassosi ed isterici di quelli di città, guardati a vista da genitori che incutono loro un quieto rispetto e dai fratelli/sorelle maggiori. Perché qui le famiglie sono numerose ma non tribù, la media è ben oltre i due.
I ragazzi si sposano giovani ed il progetto-famiglia è ancora fra i loro obiettivi di vita.
Sembra poco ma per una comunità dinamica che vuole tramandarsi questo è tutto.
Non credo che le condizioni di sopravvivenza economica qui siano migliori che nelle aree post industriale: anzi, il tasso di emigrazione temporanea verso il Nord Europa è elevato.
Ma i riti e le costumanze qui si mantengono, e qui soprattutto si torna per le ferie o per sempre quando i risparmi consentono di avviare un'attività od integrare una pensione.
E' una connotazione di tutta la gente di Puglia, come ben sappiamo a Milano, la seconda città pugliese per abitanti dopo Bari.
Tornando alla famiglia, non senti mamme chiamare i loro figli gioia, amore e tesoro come siamo abituati a sentire noi.
I figli non sono generiche astrazioni, e se l'hai battezzato Nicola così lo devi e lo vuoi chiamare.
Se hai l'uzzolo malsano di adorare i nomi Luna, Asia o paccottiglia simile che le mode marchettare suggeriscono, o anche il solo passaparola in ufficio o in fabbrica, ti prendi un cane e così lo chiami perché né la chiesa né l'anagrafe te lo acconsentirebbero. Gli effetti nefasti della televisione spazzatura incidono anche qui, ma la tradizione e la famiglia sono ancora un'inaffondabile argine all'ignoranza dilagante.
Sembrano sciocchezze ma è civiltà tramandata e rispetto per un esserino che da adulto si sentirà affibbiare tanti nomignoli, fra cui a Milano "pirla" il più probabile e frequente.

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