La borsa di Milano ha una caratteristica unica in Europa. Il comparto dei bancari/finanziari rappresenta oltre il 60 per cento di capitalizzazione dell'intero listino. Ė così intuitivo che la speculazione, spendendo la sua forza d'urto sui bancari, riesca a realizzare due obiettivi essenziali per alimentarsi: deprimere l'indice generale con uno sforzo relativamente basso e tenere viva la sensazione di tracollo non solo sulle banche ma anche su tutti gli aggregati merceologici.
Questa evidenza è misurabile ogni giorno con un confronto fra le principali piazze europee.
Quindi le banche non perché più deboli o meno patrimonializzate delle concorrenti europee, ma semplicemente perché al flipper borsistico danno un maggiore punteggio.
Eppure le ragioni per ritenere relativamente messe meglio le italiane ci sarebbero tutte.
Hanno pagato un prezzo modesto alla deriva dei derivati, salvo casi eccellenti che il buon cuore delle autorità preposte ha amnistiato in istruttoria secondo inveterato vizio nazionale, sono state tutte "costrette" a sostanziosi aumenti di capitale che le costringeranno a darsi dei modelli produttivi più redditizi e hanno, talune, sopportato il peso economico dei tremanti-bond, che è stato un affare solo per il ministero dell'economia, hanno una profittabilità ancora accettabile anche perché gli effetti dei misfatti finanziari sono stati relativamente lievi.
Sono diventate bersaglio grosso perché l'effetto leva del loro arretramento per il listino di Milano è rilevantissimo, come detto.
Credo quindi che non vi sia in atto nessun tentativo di comprare banche a prezzo di realizzo, fatto salvo i casi più disperati che avrebbero comunque pagato pegno in qualsiasi diverso scenario.
03 agosto 2011
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1 commento:
Perfetto. Non avrei saputo dir meglio di così.
Resta il fatto che taluni sono in "panne" e altri piangono. Alla disperazione poco manca.
Un abbraccio fraterno.
banzai43
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