05 novembre 2007

Di Rom si muore

Una donna a Roma è stata barbaramente trucidata da uno zingaro, forse pazzo, forse ubriaco.
Le anime belle, dopo centinaia di episodi simili, di ruberie metodiche nelle periferie delle metropoli, di degrado come scelta di vita di queste comunità, hanno deciso che è il momento di dire basta.
Su ordine di Veltroni, attento all'immagine patinata della Roma che governa, si è scatenata una campagna mediatica contenente minacce di espulsioni immediate, processi-lampo, detenzioni sicure. Il governo ha provveduto con esemplare rapidità, con un decreto di nanetto Amato. Esecutori del giro di vite questori, e qui mi fido, e magistrati (aspettiamoci severe condanne ad anni di residence vista mare).
La beffa è sentire che la Romania, patria della più numerosa comunità di zingari itineranti, è uno dei paesi più sicuri d'Europa, mentre l'Italia è il ventre molle d'Europa dove chiunque, malintenzionato, si può stabilire liberamente, delinquere e farla franca.
Ogni qualche mese, dopo una catena di crimini odiosi e di sopraffazioni al diritto di vivere in pace degli Italiani, esce con un grande tramestio un decreto "facite la faccia feroce".
Nessun sollievo per il paese e nessun problema per i delinquenti. Gli antidoti sono ovunque: burocrazia, magistratura, sinistra radicale, cattocomunisti perbenisti.
Questa è la storia della presenza Rom in Italia, così come degli islamici e dell'umanità varia cacciata dalla Germania, Francia e persino Spagna.
Si controbatte che gli immigrati sono una risorsa. Vero. Ma parliamo, a titolo di esempio, di filippini, polacchi, ucraini, sudamericani, fra le cui fila i delinquenti sono l'eccezione statistica di tutte le comunità umane. Gli altri, per ragioni diverse, sono una minaccia perché rifiutano l'integrazione nel paese che li ospita, perché della loro cultura fanno una corazza impenetrabile.
Quando le cose stanno così, un Paese ha il diritto di difendersi con il rifiuto dell'ospitalità.
Da noi invece solo chiacchiere ed una falso solidarismo.
Possiamo giusto aspettarci di essere integrati da loro, o un rigurgito di razzismo violento.
In tutti i casi, sintomi di una incapacità di governare i fenomeni di mobilità del terzo millennio.

PS: Leggo che in Sicilia non ci sono che sporadiche comunità di Rom. È più efficace la malavita dello stato?

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