09 gennaio 2011

L'Italia del boom

Sono sempre stato convinto che nella mia storia personale, ma credo anche di tutta la mia generazione, l'età dell'oro del nostro Paese sia stato il periodo 1948-1963, quello caratterizzato politicamente dall'alleanza centrista(DC-PRI-PSDI-PLI)
Il buon governo e l'alto profilo dei governanti determinarono le condizioni per quel boom economico dei primi anni Sessanta che diede all'Italia benessere diffuso e una definitiva trasformazione dell'economi da prevalentemente agricola ad industriale, con conseguenti fenomeni di concentrazione urbana al nord e di imponenti fenomeni di migrazione dal sud al nord.
Forse la nostra storia post-unitaria non ha mai vissuto un periodo così tumultuoso e positivo, euforico, con grandi strati della popolazione che migliorarono significativamente il loro stile di vita. Cominciò l'era dei consumi, seppure allora solo essenziali.
La guerra era ormai alle spalle, dimenticata. Eravamo proiettati verso il domani, che allora si chiamava Stati Uniti d'Europa.
In questo mare di ricordi che mi riprometto di sistemizzare, ho voluto fare una ricerca ed un elenco dei benemeriti politici che guidarono l'Italia dalle macerie nelle strade alla 600 per tutti.
Ed anche un riconoscimento doveroso, seppure per me tardivo, del ruolo di guida fondamentale della prima Democrazia Cristiana, della sua avvedutezza politica nell'inventarsi la politica centrista, nella sua fedeltà alla politica liberista con cui Giuseppe Pella, allievo di Luigi Einaudi, improntò la sua azione per quasi un decennio al Ministero del Tesoro.

Fra i Presidenti del Consiglio, l'omaggio ed il record di durata va al padre della repubblica Alcide De Gasperi, che guidò per sette anni il governo, attraverso due legislature (1948-1953 e 1953-1958) e che seppe calibrare la durata dei suoi governi secondo la sapiente cultura democristiana, che per sfamare la bestia politicante ogni 18 mesi faceva fare un giro di sottosegretariato alla truppa (questo il Berlusconi che vuole battere i record di durata non lo ha mai capito, perché non ha cultura politica ma padronale).
Per non tediare: ecco l'elenco degli anni del centrismo.

Presidenti del Consiglio: De Gasperi (7 volte), Zoli, Segni (3), Scelba, Fanfani (4), Pella, Tambroni (governò con un monocolore dal 25/03 al 26/07 del 1960 e si dimise dopo violentissimi scontri di piazza organizzati dal PCI in tutta Italia, a causa delle aperture politiche del suo governo al Msi di Almirante, che lo sosteneva in parlamento).

Ministri del Tesoro: Giuseppe Pella, Silvio Gava, Medici, Tambroni, Taviani (stabilmente verso la fine degli anni Cinquanta).

Ministri delle Finanze: Vanoni, sino alla morte nel dicembre 1956 e poi Andreotti, dopo una lunghissima esperienza di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con De Gasperi e con i suoi successori.

5 commenti:

Danielone ha detto...

Rivisitare il proprio passato ha un sapore benefico e rievoca cento ricordi.
Scrivendo di Tambroni, ricordo vivido un episodio. Erano i primi mesi di banca, lavoravo in sede e poichè l'intervallo era di due ore tornavo a casa a porta Vittoria a piedi in 20 minuti(allora i garuni erano buoni e reattivi).
Percorrendo c.so di porta vittoria, passavo dinnanzi alla Camera del Lavoro.
L'atmosfera in quei giorni di luglio era pesante,la città quasi spettrale con pochi passanti.In Pzza cinque giornate, deserta,erano schierati numerosi blindati, ma, più impressionante, alla Camera del lavoro vi era un nugolo di polizziotti e militare con il mitra spianato.
Passai veloce ed un uomo in borghese mi gridò:ragazzo cambia strada e corri via.
Per il restante mese di luglio, inutile dirlo, feci intervallo alla mensa al quinto piano, ove erano annessi, memoria vivissima, tavoli per i giocatori di carte.

Danielone ha detto...

Nel 1961 entrò in casa la seconda auto. La prima, quella di mio padre, era arrivata grazie agli aumenti contrattuali che scaturirono da una lunghissima vertenza risolta grazie alla determinazione del ministro del lavoro del tempo, Amintore Fanfani, che chiuse le parti in una stanza del ministero e, a pane ed acqua,li fece tornare a casa solo a firme depositate. Ma anche e soprattutto per il determinante sostegno alle finanze familiari, di una seconda attività serale chè portò la giornata lavorativa del mio genitore a 18 ore.Faceva gli accessi per un notaio e la materia prima non mancava perchè il boom aveva creato un nuovo e prorrompente circuito monetario:la cambiale. Tutto si comprava e si pagava con i pagherò, tanti e di piccolo taglio.I commercianti, a loro volta,se ne servivano per pagare i fornitori che a loro volta....Guardare il retro delle cambiali era spettacoloso:decine di firme e quando lo spazio non bastava veniva allegato un foglio
che spesso ospitava, retro e recto, un'altra sequela di firme.
Ma torniamo alla seconda auto familiare, la mia.
Qui non c'entra Fanfani ma mamma-banca che con le sue mensilità aggiuntive,l'aumento salariale per il compimento dei 21 anni, mi consentì di pianificare l'acquisto della "mia prima autovettura"
La scelta era abbligata:la cinquecento che a quei tempi era la più economica fra le utilitarie,non considerando la Anglia il cui acquisto valela l'iscrizione al club degli aspitanti suicidi.
Costava 412 mila, circa 4/5 stipendi.
Buon anticipo, pacchetti di cambiali,seppure vietate dal regolamento dell'azienda.
La 500 si cambiava ancora con la doppietta,che non era stata materia di studio a scuola-guida e che mi costrinse a lezioni private con mio cugino che possedeva una topolino.
Le grattate che ho fatto sono innumerevoli.
La 500 era prodotta ovviamente dalla Fiat che faveva motori indistruttibili e carrozzerie di latta.Inoltre, per non fare mancare niente ai propri clienti, in quel modello aveva adottato giunti di plastica.
Cosa vuol dire?
Che quando il giunto si rompe(in genere mai) la macchina si blocca.
I giunti di plastica della mia 500 non duravano oltre i due mesi e si spaccavano sempre di notte e lontano da casa.
Quella esperienza fu motivo di indicibili fastidi e di incazzature bibliche sino a che, esasperato,la diedi dentro per una 1100 bianca usata, cambio al volante, che mi accompagnò per circa 8 anni senza disguidi.

banzai43 ha detto...

Quanto ai politici: onore a loro. Giù il cappello.

Circa i giunti della Tua 500, che colpa ne aveva la FIAT se, come ora, non sei capace di condurre? Ed ancora, non te l'aveva detto nessuno che un bravo ragazzo alla sera stava a casa?
Relativamente alla mensa: tavoli per chi giocava a carte e per chi a scacchi.

Un abbraccio fraterno. Senza sterzate.

banzai43

Anonimo ha detto...

Economisti,giornalisti e commentatori che si cimentano in analisi superficiali o approfondite giungono sempre alla medesima conclusione : il secondo dopoguerra fin quasi all'inizio degli anni '70(diciamo '68?)ha segnato il passaggio dall'Italia contadina a quella che poi è diventata la settima potenza industriale mondiale .-Come é stato possibile ?
Credo che tutti abbiano fatto la loro parte : la politica,gli industriali,i sindacati.-
Era inevitabile che emergessero problemii sociali(Rocco e i suoi fratelli per me é emblematico dei cambiamenti di quell'epoca).-
Evitabile forse che causassero il corto circuito del tutto e subito se le classi dirigenti citate avessero avviato un riformismo graduale e compatibile con i fondamenti economici.-
Posso citare Ugo La Malfa che forse fu tra i pochi a capire i problemi che si presentavano ma che non aveva sufficiente forza politica per imporsi?
La storia,é vero,non é fatta di se e di ma tuttavia un esame retrospettivo deve servire, se non altro ,ad evitare gli errori per il futuro.-
L'alternativa al banana é forse Monteprezzemolo ?
I problemi di oggi che si chiamano essenzialmente fiducia nel futuro si affrontano avendo lungimiranza e sopratutto facendo capire l'utilità di qualche rinuncia che rappresenti investimento prospettico.-
Già ma un La Malfa oggi non credo che avrebbe molti più consensi di quello di ieri.-
Come se ne esce ?
L'alibi può essere solo l'Europa che ci imponga di fare cose che la nostra classe politica non vorrebbe mai fare perchè tra il piacione Letta e lo scorbutico Tremonti l'elettore é portato a scegliere che li lo adula.-
Giacomo

banzai43 ha detto...

A Giacomo,

sei troppo serioso. Andando avanti così Ti verrà voglia di suicidarTi.

"Allegria", viva l'Italia (il Berlusca no!), viva Ligabue, viva Zucchero, viva Caruso e viva viva la Nannini e la Sua piccola Penelope.

banzai43