14 ottobre 2006

La palude

E' arrivato il decreto Gentiloni sul cosiddetto riordino del sistema televisivo e puntualmente è seguita la furiosa reazione di Berlusconi.
Che noia e che tristezza.
Da oltre quindici anni la politica italiana, tutta, ruota intorno a questo tema.
Da un lato gli statalisti che vorrebbero tornare alla sola Rai con qualche privata per la pornografia notturna; dall'altra Mediaset ed il suo proprietario che non intendono cedere un centimetro delle posizioni acquisite.
Ma nel frattempo sono passati i lustri!
Le battaglie di libertà combattute dal paese per un sistema televisivo più libero e concorrenziale sono passate senza lasciare traccia di cambiamento.
I gruppi editoriali del duopolio si sono omologati reciprocamente con palinsesti sempre più spogli, plebei, beceri oltre il limite della dignità.
La diretta e l'informazione si sono allineati al pensiero comune del generone romano, un po' fregnone, de sinistra veltroniana.
Il proprietario di Mediaset si è dato alla politica con un occhio sempre e solo attento alla tutela del proprio patrimonio.
E sono passati quindici anni in cui abbiamo sentito parlare solo di televisioni, duopolio e connesso conflitto d'interesse.
Mai di industria culturale.
Sentire la sinistra ancor'oggi anelare ad una Rai monocolore o Berlusconi che parla di attentato alla democrazia fa veramente pena.
Fa dispiacere constatare che la politica non abbia donato al Cavaliere una capacità di visione che sappia innalzarsi oltre Cologno Monzese, l'affollamento pubblicitario e altre bazzecole.
Non stupisce vedere confermato che il nascente Partito Democratico ed i suoi esponenti sappiano solo fare il girotondo intorno al cavallo di via Mazzini, mentre il riformismo è affidato al trio delle meraviglie Di Pietro-Mastella-Visco.
E in questa furibonda battaglia, questi titani della politica non avvertono che all'opinione pubblica, a differenza di quindici o dieci anni fa, di Rai o Mediaset e dintorni non interessa più niente.
Fatta eccezione per gli stipendiati dell'Auditel, tutti sapremmo sopravvivere a meno Mentana, Costanzo, reality e bischerate varie, ma anche a buona parte dei programmi Rai. Per par condicio.
Perché?
Perché questa televisione-spazzatura annoia e scandalizza chi ha una cultura civile o religiosa appena superiore a quella di un borgataro e per questa robaccia nessuno è disposto ad infervorarsi per più di mezz'ora.
Se poi l'iniziativa è il solito mezzuccio dei sagrestani di sinistra per indurre il Berlusca a trattare la sua uscita dalla politica, ciò aggiungerebbe disgusto a noia.
Anche perché, se non l'hanno ancora capito Prodi ed i post, con o senza Berlusconi in Italia la destra è largamente maggioritaria. A dispetto dei media omologati e presto statalizzati.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

LA PALUDE
Caro Francesco, fermo restando io non pensi che la maggioranza del Paese sia di destra, son d'accordo con Te per tutto il resto. Quanto alla Televisione tutta (senza distinzione alcuna) visto che fra non molto avrà esaurito anche la spazzatura più minuta, cosa ci proporrà nel prossimo futuro? Giancarlo.

Anonimo ha detto...

Credo invece, a differenza di Giancarlo,che la destra sia maggioranzaSull'industria culturale se devo essere sincero preferivo la Rai di Bernabei.
Giacomo