Oggi cominciano i quarti ai mondiali australi.
Sinora gioco mediocre, scomparsa dei fuoriclasse, fatto salvo l'immenso Messi con le ultime stille di energia che gli ha lasciato la stagione di Liga, appiattimento tattico e trionfo dell'assioma di Gipo Viani: primo non prenderle.
Qualche segnale arriva però forte e distintinguibile.
Il calcio sudamericano è in ottima salute e beneficia delle esperienze europee di migliaia di emigranti del pallone. Poiché, come dice il vecchio saggio Altafini (che per tale ragione a Sky presentano come un folcloristico rincoglionito), l'abc del calcio è il controllo di palla, in questo i sudacas eccellono sin dalle elementari. Disciplinati in Europa sotto il profilo caratteriale e tattico, non possono che essere protagonisti in un mondiale che li agevola anche stagionalmente. Su questo tema i soloni della critica italiana non si soffermano, forse perché loro la differenza non la colgono. Bucatini e pizza, rigorosamente a sbafo a Casa Italia, annaffiati dai vini migliori.
Altra piccola considerazione della memoria.
Ovunque nel mondo, nelle versioni precedenti (soprattutto centro e sudamericane) vagonate di sterco sui regimi locali, miserie indicibili, rivolte soffocate nel sangue. Chi ha buona memoria o archivi ben conservati non può non ricordare. Qui in Sudafrica ove regna Mandela, l'icona delle anime belle, dopo che Fidel e fratello si sono dimostrati quelle canaglie che sono sempre stati, silenzio assoluto sulla situazione dell'ordine pubblico, sulle favelas che sono peggio che ai tempi dei bianchi colonizzatori, sulle malefatte della classe politica. Questa è la concezione democratica dei nostri cronisti, quelli che urlano al mondo la fine della libertà in Italia perché gli si vuole rendere difficile il copia e incolla delle procure militanti.
Tornando al calcio, l'Europa presenta tre squadre di solida tradizione, specie la Germania che ha una continuità di risultati di eccellenza ai mondiali a partire dal 1954 (edizione svizzera). Il cuore latino dice però Spagna, se non perderanno concentrazione ed umiltà. All'Olanda non credo, tanto meno in questa che ha il tasso tecnico più scadente fra le migliori. Di Giappone e Ghana non fa conto parlare.
02 luglio 2010
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1 commento:
Quarti di finale coi botti! Olanda e Germania hanno buttato fuori Brasile e Argentina, che la Federazione stava spingendo verso la finale dei sogni con arbitraggi chirurgici. Fossero proprio loro le finaliste a sorpresa, in un imprevedibile replay del 1974? Temo che l'esito sarebbe identico, perché il Dna calcistico non è un'opinione. Tuttavia continuo a sperare nella Spagna, che forse dovrebbe farsi una ragione del flop muscolare di Torres e puntare forte sul Guaje (e su Pedrito come alternativa di peso). Ecco, a questo punto vorrei vedere le Furie rosse in finale con la Celeste del maestro Tabarez!
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