Le uova del drago, di Pietrangelo Buttafuoco.
L'occupazione alleata in Sicilia e le sacche di resistenza bellica organizzate dallo spionaggio tedesco. Una trama insolita, basata su avvenimenti che sono rimasti cronaca misconosciuta perché, da sempre e giustamente, la storia la scrivono i vincitori.
L'autore, noto ed apprezzato giornalista, ideologicamente schierato a destra, ricostruisce in chiave epica le imprese di un manipolo di resistenti nel triangolo Catania-Trapani-Palermo. Storie di sabotaggi ma anche di strane commistioni fra uomini d'arme ed esponenti del clero.
La sorpresa non è solo quest'angolo visuale così insolito nel panorama di bulgara uniformità delle lettere italiane, ma anche e soprattutto la qualità letteraria e lo spessore culturale dell'autore.
Raffinato e convincente l'impianto narrativo che, dopo un preludio lento e quasi timido a dischiudersi al lettore, prende quota e ritmo sino alle incalzanti e direi perfette ultime cento pagine.
Io lo consiglio vivamente a chi ha la mente sgombra da pregiudizi ideologici perché quest'opera serve a meglio comprendere gli umori barbari della guerra ma anche a scoprire, nelle incestuose alleanze fra eserciti vincitori, affarismo e mafia, il seme delle troppe anomalie della nostra democrazia malata.
23 febbraio 2007
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1 commento:
Ciao,
ho letto il libro la scorsa estate e concordo con Te. Inizio lento, sin troppo, prende quota via via che si avanza. E piace.
Val la pena di leggerlo, a prescindere dallo schieramento del cuore e del cervello. Ha qualità.
Quanto alle commistioni descritte o lasciate intendere, da buon cinico mi chiedo: "Quando mai v'è stata un'epoca che non ne abbia sperimentate?"
Un saluto.
banzai43
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