29 ottobre 2007

Alla fine della corsa (parte seconda)

Ipotesi: i rossoneri sono già a fine corsa.

Sta evolvendosi in modo abbastanza paradossale la crisi del Milan, battuto in casa anche dalla Roma sempre con il solito 1-0. La spiegazione attuale di Berlusconi-Galliani è che non ci sono spiegazioni e proprio questo deve portare serenità. Se non ci sono cause non c'è nemmeno malattia, questo è il senso che il Milan racconta al proprio capezzale. Una situazione quasi surreale che conferma la difficoltà a capire la fine di una grande epoca da parte di chi l'ha costruita. Galliani dice ancora adesso di non saper trovare in Europa un giocatore migliore dei suoi undici titolari. Il problema non è nemmeno se ha ragione oppure no. Il problema del Milan non sono infatti gli uomini, è la squadra. Il Milan gioca con una lentezza paralizzante. Non può essere sempre colpa degli avversari che si chiudono. Loro si chiudono, ma il Milan gira intorno al muro con una riluttanza e una mancanza di risultati da far pensare allo snobismo. La partita con la Roma è stata equilibrata solo nel punteggio. Nel gioco la Roma ha avuto per trequarti gara una superiorità evidente. Non solo, ma ha mostrato anche come una squadra possa avere più soluzioni offensive indipendentemente dal modulo degli avversari. Eppure non era una Roma stellare, come non era stato straordinario il piccolo Empoli otto giorni fa. È il Milan che in questo momento non c'è più. Ma davvero è sorprendente avere difficoltà quando si hanno sulle fasce giocatori di 37 e 39 anni come Cafu e Maldini, quest'ultimo sostituito addirittura da Serginho? Davvero è sorprendente se Seedorf e Pirlo non sono sempre brillanti dal momento che non possono più saltare una partita? Il Milan non fa più turnover perché non ha più riserve. E non ne ha perché non sono all'altezza. Forse non tocca a Berlusconi e Galliani capire i problemi del Milan. Dall'interno è più difficile, si finisce per avere punti di riferimento sbagliati e si è condizionati dai sentimenti. Ma il Milan adesso gioca a una velocità non italiana. Che lo facciano grandi giocatori è certamente consolante, ma non risolve il problema.


di Mario Sconcerti, su Corriere.it

2 commenti:

TheSteve ha detto...

Una carrellata delle dichiarazioni post-partita dei tre vertici del nostro Triangolo delle Bermude è più che sufficiente per rendersi conto dell'entità del problema e dell'irreversibilità della crisi.
In escalation: «Così com'è questa rosa è attrezzata per vincere il Mondiale per Club, per fare bene in Champions League e per arrivare fra le prime quattro in Serie A. Il Milan non cambierà il suo atteggiamento e tanto meno il sistema di gioco. Per quanto abbiamo appena saputo vincere e per quanto ha vinto il Milan negli ultimi 21 anni, il tifoso del Milan è l'ultimo al mondo che deve lamentarsi» (Ancelotti).
«Ci accusano tutti che siamo vecchi, ma a me personalmente non risulta dal momento che la squadra titolare ha una media di età sotto i trenta anni. Il problema, ne discutevamo con Carlo Ancelotti, è che dobbiamo fare bene con i nostri undici titolari. Se dovessimo agire sul mercato non saprei chi prendere per poi dover sacrificare uno dei miei undici» (Galliani).
«Il Milan è Campione d'Europa, SuperCampione d'Europa e si sta preparando per il Campionato del Mondo» (Berlusconi).
Non c'è malato più incurabile di quello che non vuole ammettere di essere malato. Di questo passo non se ne esce più.

cassinolazio ha detto...

ma dai, è come la Juve che si lamenta dei rigori che le hanno dato contro il Napoli. Ne devono prendere di rigori contro per fare pari con quelli rubati in 100 e più anni...
e quindi: il milan attuale è alla frutta per ragioni di anagrafe ed anche per appagamento. Secondo me il milan mangia solo in pranzi fuori dal comune:il normale tran tran è peggio di mac donald (salvo ovviamente che con la lazio, che evidentemente risveglia bellicosi ricordi di serie b in comune per marachelle fatte in passato).
Ma comunque la cavalcata di questi ultimi 20 anni credo che dovrebbe lasciare appagati i tifosi: credo che ci sia solo da cambiare i padroni, per un nuovo progetto. Per innovare ogni tanto c'è bisogno di non utilizzare le vecchie mappe...