23 maggio 2008

A Napoli non c'era Casini

A Napoli Berlusconi ha convinto tutti: anche i giornali meno amichevoli gli hanno riconosciuto un piglio nuovo, decisionista, capace di imporre il suo punto di vista sul governo e sugli alleati.
La stampa parla della “svolta di Napoli” per descrivere un nuovo stile di governo che somiglia più a quello della Thatcher che a quello di Andreotti. Con buona pace di Massimo D’Alema che aveva invece bollato l’esordio del Berlusconi IV come “dorotoeo”, fatto di compromessi e meline.
Invece a Napoli il Cav. ha condotto il consiglio dei ministri con piglio sicuro, ha preso decisioni anche delicate e controverse senza stonature e nell’insieme il governo ha dato di sè un’immagine sobria e solidale.
Tutti si interrogano sul motivo di questa svolta, sulle ragioni di questo cambio di passo, e si arrovellano per comprenderne le origini e le motivazioni strutturali o addirittura psicologiche.
Noi un’idea ce la siamo fatta e pensiamo che se a Napoli, nel consiglio dei ministri, tutto è andato liscio la ragione è una sola e piuttosto banale: Casini e l’Udc sono rimasti a casa.

da L'Occidentale

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