18 luglio 2008

Il calcio mediatico

Della spumeggiante e scintillante notte di Ronaldinho a San Siro è rimasto impresso un oggetto, datato, addirittura vetusto, ancorché d‘ordinanza negli studi professionali di New York da mille dollari al minuto quadro: un paio di bretelle. Le indossava Lorenzo Cantamessa, figlio d’arte di Leandro, l’avvocatissimo del Milan e della Lega Calcio, in una parola di zio Fester. Nere, o almeno così è sembrato, seriose, larghissime. Ogni bretella copriva mezzo busto dell’impettito avvocato che incedeva, con ventiquattr’ore d’ordinanza nella mano, verso il tavolo della conferenza stampa. Lì un Galliani gigioneggiante lo stava aspettando al fianco di Ronaldinho per la firma thriller. Tutto improvvisato, sia chiaro. Nella borsa del giovane Lorenzo le copie fresche di inchiostro contenenti le ultime postille del contratto fiume. Postille determinanti, e sopratutto fuori tempo massimo; le bretelle parlavano chiaro. Bretelle sulla camicia con la giacca appesa nello studio, sinonimo di urgenza, imprevisto, “Dannazione non c’è un attimo da perdere” da telefilm poliziesco. In sala un brivido lungo la schiena, per i più. Per gli altri, i distratti, quelli ancora inconsapevoli di vivere la Storia in diretta (pochissimi per la verità) è arrivata in soccorso una concitatissima signora in golf colore rosso che si è precipitata verso Cantamessa. La signora, una segretaria? un’interprete? No, una velina no, magari una semplice funzionaria affannata e affamata di telecamere (l’avremmo rivista più tardi raggiante e incollata a Ronaldinho in mezzo al campo durante i fuochi d’artificio) con un guizzo alla Mennea ha voluto interporsi tra Lorenzo Cantamessa e il vuoto davanti a lui, appunto per fargli spazio e recuperare tempo prezioso. L’effetto “imprevisto nell’imprevisto” della Signora in Rosso ha fatto elegantemente il paio con le bretelle Nere dell’Uomo della Legge producendo prima il brusio quindi l’applauso desiderato: “Ci siamo, ci siamo!”. In alto dunque i cellulari, le firme, i clic per la foto dell’anno: “La Storia Siamo Noi”.

da Calciomercato.com


Per noi che abbiamo perso la poesia ma non la fede, resta difficile prevedere se il Divin Dentone sarà l'uomo della rinascita o il monotono ripetersi di brutte sceneggiature sin troppo recenti(Ciccionaldo, Pato).
La passione ferita non ha impedito di incollarsi al televisore per gustarsi la diretta della presentazione con la migliore predisposizione di questo mondo, direi quasi con il fanciullesco entusiasmo di quei 40.000 pirla che sono andati di persona a vedere i fuochi di artificio e le foche con il pallone.
Fingendo di credere che tutto fosse spontaneo.
Sino a quando è stata messa in scena la pagliacciata del contratto firmato in presa diretta di telecamere, con il pelato brianzolo che fingeva svenimenti.
Qui è cascato l'asino.
Era solo un teatrino televisivo, con la guest star chiamata a potenziare l'audience ed i finti giornalisti a fare da claque.
Il funerale del calcio popolare e la nuova frontiera del reality calcistico.
Comunque, qualcosa che non riguarda più i veri milanisti.

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