Il saggio Calderoli ha oggi pronunciato parole chiare e razionali sul tema giustizia e priorità di governo. Ha rammentato che le priorità che il popolo ha consegnato ai vincitori sono potere d'acquisto dei salari, detassazione e federalismo. Il tema giustizia è un nervo scoperto della società italiana ma anche e solo un affanno di Berlusconi, e non è risolvibile con leggi-salvacondotto ma piuttosto con una profonda riforma di lungo periodo concepita in una logica bipartisan. Ciò è indispensabile per la portata drammatica dell'argomento e politicamente opportuno per isolare i giustizialisti alla Di Pietro. Per i fabbisogni processuali del premier basta ed avanza il lodo Alfano, in attesa di rimettere mano all'obbligatorietà dell'azione penale, magari secondo gli schemi cui Nordio ha lavorato per cinque anni.
L'uscita di Calderoli è a mio avviso sintomatica dell'irritazione leghista per il mese di follia di Berlusconi, e sottointende anche qualche importante presa di distanza nel Pdl dell'ala Tremontiana.
L'altolà arriva quanto mai opportuno per rimettere in linea di gallegiamento l'azione di governo e per mandare un segnale chiaro e forte a Berlusconi. Gli anni dell'improvvisazione e della difesa degli interessi particolari sono finiti. Questa maggioranza ha fiato per governare per più lustri se saprà realizzare gli importanti obiettivi di politica economica e sociale che il paese si aspetta.
O l'uomo di Arcore se ne fa una ragione o questa maggioranza ha forza e fiato per avvicendarlo al posto di comando.
05 luglio 2008
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