Stupisce la scarsa perspicacia politica di Walter Veltroni che ha seccamente respinto ieri la proposta di una stagione di riforme bipartsan che nel prossimo autunno affianchi al federalismo anche la giustizia. Stupisce soprattutto l'incapacità del presidente del Pd di comprendere che la decisione di Silvio Berlusconi di affidare a "tre saggi" la stesura delle linee della riforma della giustizia, cambia il quadro di riferimento
Soprattutto elimina alla radice ogni possibile dubbio di una riforma viziata da interessi di parte del premier. Solo un Veltroni masochisticamente placcato da Di Pietro e in stato confusionale, può non accorgersi che Francesco Cossiga, Giuseppe Gargani e Romano Vaccarella non sono personalità disposte a macchiare le loro biografie con proposte di basso profilo. Applicando la tecnica dello spariglio, con fantasia istituzionale, Berlusconi offre oggi al Pd e all'Udc un tavolo di alto livello, più che aperto ai loro contributi. Mette a disposizione del confronto con l'opposizione uno strumento agile, pronto a recepire le sue suggestioni. Una preziosa sponda per quella parte del Pd che sa bene che è indispensabile affrontare il nodo gordiano della giustizia -che ha strangolato anche il governo Prodi- ma che non sa oggi come prendere l'iniziativa. Stranamente isolato nel suo stesso partito, Luciano Violante da mesi ha avanzato proposte stimolanti di riforma della giustizia che - per una intrigante nemesi storica - saranno sicuramente guardate con grande attenzione dai "tre saggi".
Il Tempo, editoriale del 19 luglio.
19 luglio 2008
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