08 marzo 2008

Inter, duecento di questi pacchi

Altro che odiarli. Io li amo gli indossatori di scudetti altrui e i formidabili vincitori di tornei aziendali Tim. Sono circa duecento i motivi del mio amore sconfinato e ammirato che a un certo punto è diventato irresistibile quando Massimo Moratti è diventato presidente della seconda squadra di Milano. In dodici anni e mezzo non hanno vinto nulla di rilevante e si sono sinceramente convinti che la colpa sia stata di una banda di truffatori. No, non si riferiscono a chi ha falsificato passaporti e ammesso la colpa in sede penale. Nemmeno a chi ha ricettato patenti false e messo sotto controllo mezza serie A. No, neanche a chi ha messo a bilancio la vendita fittizia del proprio marchio. Non a chi ha gonfiato i bilanci. Né a chi non si sarebbe potuto iscrivere al campionato se fossero state rispettate le regole valide per gli altri. Io li amo di un amore eterno perché Moratti ha detto che ogni tanto va a leggersi i nomi della gran bella squadra che ha costruito negli anni (quella senza Ibra e con Recoba, senza Viera e con Vampeta, per capirci) e capisce che senza la banda di truffatori avrebbe vinto due scudetti l’anno, come ora che non ha più avversari. Eccola la rosa. La sentenza a un giudice terzo, a patto che non sia nominato da Guido Rossi.

Portieri (15): Ballotta, Bindi, Carini, Cordaz, Ferron, Fontana, Frey, Frezzolini, Julio Cesar, Mazzantini, Nuzzo, Orlandoni, Pagliuca, Peruzzi, Toldo.

Difensori (58): Adani, Andreolli, Angloma, Barollo, Bergomi, Bia, Blanc, Bonucci, Brechet, Burdisso, Camara, Cannavaro, Centofanti, Cirillo, Coco, Colonnese, M. Conte, Cordoba, Dellafiore, Domoraud, Favalli, Ferrari, Festa, Franchini, Fresi, Galante, Gamarra, Georgatos, Gilberto, Gresko, Grosso, Helveg, Macellari, Materazzi, Mezzano, Mihajlovic, Milanese, Padalino, A. Paganin, M. Paganin, Panucci, Pasquale, Pedroni, Pistone, Potenza, Rivas, Roberto Carlos, Samuel, Sartor, M. Serena, Silvestre, Simic, Sorondo, Tarantino, Tramezzani, Vivas, West, Wome, J. Zanetti, Ze Maria.

Centrocampisti (64): Almeyda, Aloe, Beati, Belaid, Berti, Bianchi, Biava, Binotto, Brocchi, Cambiasso, Carbone, Cauet, Cinetti, Dabo, Dacourt, Dalmat, D’Autilia, Davids, Dell’Anno, Di Biagio, Djorkaeff, Emre, Fadiga, Farinos, Figo, Guglielminpietro, Ince, Jonk, Jugovic, Karagounis, Kily Gonzales, Lamouchi, Luciano, Maa Boumsong, Manicone, Marino, Morfeo, Moriero, Nichetti, Okan, Orlandini, A. Orlando, Paulo Sousa, Peralta, Pinto Fraga, Pirlo, Pizarro, Rebecchi, Seedorf, Seno, Sergio Conceiçao, Sforza, Shalimov, Simeone, Solari, Stankovic, Trezzi, Vampeta, Van Der Meyde, Veron, Winter, Zanchetta, C. Zanetti, Zé Elias.

Attaccanti (40): Adriano, M. Altobelli, Baggio, Batistuta, Bergkamp, Branca, Caio, Choutos, Colombo, Corradi, Crespo, Cruz, Delvecchio, Di Napoli, Ferrante, D. Fontolan, Ganz, Germinale, Kallon, Kanu, R.Keane, Martins, Meggiorini, Momenté, Mutu, Pacheco, Pancev, Rambert, Recoba, Robbiati, Ronaldo, Ruben Sosa, Russo, Sinigaglia, Slavkovski, Hakan Sukur, Ventola, Veronese, C. Vieri, Zamorano.

Allenatori (12): Bianchi, Castellini (due volte), Cuper, Hodgson (due volte), Lippi, Lucescu, Mancini, Simoni, Suarez, Tardelli, Verdelli, Zaccheroni.

dal blog Camillo, di Christian Rocca

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Alle malefatte che lo smemorato dentone ha cancellato dalla mente potremmo aggiungere altri due "nanetti".
Salvezze comprate, sempre con il Genoa: una negli anni '50 nei salotti di una nota Banca milanese, ed una in epoca recente, oggetto di un'inchiesta federale regolarmente insabbiata e tema di un istruttivo libro di Ziliani: "Non si fanno queste cose a cinque minuti dalla fine!".
Fanno bene a considerarsi squadra integerrima, perché a differenza dei pirla dell'altra sponda che giravano con le mazzette della banca del presidente Colombo per tacitare i testimoni, loro
indossano guanti bianchi ed affidano il taglia e cuci delle intercettazioni ad un socio di minoranza, ma guarda caso, titolare di un gestore di telefonia fissa e mobile.

TheSteve ha detto...

Ogni commento sull'onestà degli onesti è superfluo, per definizione. Mi limito ad osservare che, tornando sui 40 anni di cui sono stato testimone oculare, dei cento celebrati, non posso che unirmi a loro nel sincero augurio che questa storia meravigliosa si ripeta tale e quale da oggi ai prossimi anni '50.