04 aprile 2008

Il prato del vicino è sempre più verde. Ma è steppa ovunque.

Lasciatevelo dire da uno che ora mai... è dequi!

A Roma, nella hall dell'hotel Hassler, capita di sentire Radio Dimensione Suono in filodiffusione.
A Milano c'è la musica lounge anche dal "pizzicarolo" sotto casa.

Il milanese ha un concetto molto personale e relativo delle distanze. Se vi dice con aria preoccupata: "Accidenti, dobbiamo andare dall'altra parte di Milano!", vi porterà a destinazione in massimo venti minuti. E sbuffando.
Se un romano vi dice: "Aho, dobbiamo andare dall'altra parte di Roma!" e sono le undici della mattina ci vorrà un'ora e un quarto, se sono le sette della mattina ci vorranno due ore, se sono le sei del pomeriggio la tabella di marcia prevede una notte in un qualsiasi Motel Agip sul raccordo anulare.

A Milano, durante le pause pranzo, al tavolino a fianco sentirete parole come "marketing", "conference call", "planning", "account manager", "forecasting".
A Roma, durante le pause pranzo sentirete dire: "Totti", "Tacci de Veltroni", "Totti", "Tacci de Lotito", "Totti", "Tacci dell'arbitri", "Totti", o anche argomenti che esulano dal pallone quali: "Tacci de sti zingari, nun se ne po' più".

A Milano si chiama "brunch".
A Roma è, semplicemente: "S'annamo a magnà quarcosa?".

A Milano si chiama "aperitivo".
A Roma è, semplicemente: "Annamo a bere quarcosa?".

A Milano è "brieffare".
A Roma: "Se vedemo così te spiego".

A Milano una cena è "easy".
A Roma è: "Viè vestito come cazzo te pare".

A Milano è: "Sabato vado a cena con la mia ragazza di default".
A Roma è: "Sabato vado a cena con la mia ragazza... du cojoni".

A Milano una festa ha il suo "mood" e la gente è "stilosa".
A Roma una festa ha i suoi imbucati e se a una ragazza dici: "Come sei stilosa!", ti risponde: "Stilosa sarà tu sorella".

A Milano vai nei negozi tipo "Hi-Tech" e ci trovi le coppiette di anziani che maneggiano con disinvoltura oggetti di design e cavatappi di Alessi.
A Roma la coppietta di anziani la trovi a Mondo Convenienza, con la signora che dopo aver aperto un cassettone sotto al divanoletto non riesce più a richiuderlo e chiama il genero, terrorizzata all'idea che il caporeparto le possa fare un cazziatone pubblico.

A Milano, di norma, al ristorante gli orientali sono in giacca e cravatta a discutere d'affari con una bottiglia di vino da cento euro sul tavolo.
A Roma, di norma, se c'è un orientale in un ristorante o sei al cinese o ti lascia un accendino a forma di ranocchio sul tavolo.

A Milano è sempre la settimana di qualcosa: della moda, del mobile, del design, delle nuove tecnologie, della mutanda sgambata, del cucchiaio da polenta.
A Roma niente che abbia a che fare col lavoro o col commercio dura più di tre giorni. Se qualcosa ne dura sette, avrà a che fare col cibo o con la beneficenza o col calcio e in quel caso, per dare l'idea di fatica, sarà comunque denominata "maratona" (culinaria, di solidarietà, di festeggiamenti da scudetto).

A Milano la gente si incontra casualmente per strada o nei locali. Si saluta. Si riconosce.
A Roma se vai in giro e incontri uno che conosci, fai domanda alla commissione vaticana per avviare le procedure per il riconoscimento del miracolo.

Per i milanesi un furgoncino fermo al semaforo è traffico.
Per il romano un tir ribaltato ad un incrocio con sette volanti della polizia, due camion dei pompieri a spegnere il fuoco e quindici veicoli coinvolti in un tamponamento con sei feriti gravi è, notoriamente, strada sgombra.

A Milano il venerdì partono tutti. La città si svuota.
A Roma, nel weekend, quelli che vivono nei quartieri popolari provano ad andare in gita al centro, ma ci sono i varchi e non riescono a entrare nel cuore della capitale. I benestanti provano ad andare all'Argentario o a Sabaudia, ma restano in coda sulla Pontina o a Torrimpietra, per cui non riescono a uscire dalla capitale.
Morale della favola: il venerdì, Roma è stracolma de' romani n'cazzati neri.


Per un milanese, se in un quartiere ci sono almeno due palazzi che non somiglino al quartier generale della Cia, quello è un quartiere bellissimo.
Il romano generalmente lascia al milanese la pia illusione che sia così.

(Ricevuto dall'amico Giovanni).

2 commenti:

TheSteve ha detto...

Come disse un giorno un mio collega di Capitalia: "L'unica cosa che mi piace di Milano è l'aereo per tornare a Roma".

Anonimo ha detto...

Un milanese può amare Roma sempre, ma adorarla solo durante le ottobrate romane.
Relativamente alle persone nessuna differenza. I romani non esisrono più da secoli. L'arrivo dei longobardi e da altri prima di loro, li ha cancellati.
"Semo" tutti del nord. Quelli di Roma trapiantati.
Quando lo scopriranno, i romani diventeranno verdi dalla rabbia e, conseguentemente, tutti leghisti e "padani".

"Il guerriero sul Carroccio"