Un presidente ottantenne con un lungo itinerario da comunista riformista lungo tutta la prima repubblica, a quella si è fermato nella sua tarda vecchiaia.
Davanti ad una crisi di una chiarezza accecante, invece di procedere allo scioglimeno delle Camere, ha dato incarico al suo vice in pectore per ripetere un giro di consultazioni ora però allargato ai sindacati (azionisti del governo Prodi), a Luca di Montezemolo, prima scadente presidente della Confindustria, ora scaduto (come il suo sodale Prodi), alle organizzazioni di categoria e, udite, alle associazioni dei consumatori. Buoni ultimi i referendari.
L'obiettivo? Un governicchio che arrivi ad ottobre per salvaguardare i diritti pensionistici degli onorevoli, o forse anche lo scioglimento del solo Senato per guadagnare un altro anno.
Cadono le braccia, ed in questo marasma gli unici seri appaioni coloro che dicono: meglio lasciare gli scranni e tornare al paese.
Il quale Paese se ne strafotte delle leggi elettorali e del fatto che le legislature durino due o cinque anni, ma aspetta solo che qualche nuovo governante metta rimedio allo scempio delle tasse che crescono ad una velocità tripla dell'inflazione.
Basterebbe che i rappresentanti del popolo dedicassero il tempo speso in consultazioni per farsi un giro nei supermercati, negli uffici, sui tram, ovunque, e capirebbero cosa sta a cuore ai cittadini.
01 febbraio 2008
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1 commento:
Fino a quando non sarà chiaro all'opinine pubblica che la vera differenza che dovrà fare di spartiacque sarà tra ceti parassitari(minoranza organizzata)e ceti produttivi(maggioranza afona)si assisterà soltanto alle meline politiche.-
Oggi,purtroppo,il partito della spesa pubblica é trasversale ed ecco perchè ho poca fiducia.-
Giacomo
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