01 aprile 2008

Expo cosa?

Con enfasi paesana è stata festeggiata l'assegnazione dell'Expo 2015 a Milano.
Abbiamo spezzato le reni a Smirne, che buona parte della stampa locale ha pervicacemente collocato in Grecia per lungo tempo.
La geografia, è noto, da tempo non è più materia di insegnamento nelle scuole, sostituita da droghe leggere e palpeggiamenti delle parti intime delle insegnanti.
La vittoria è stata un'opportuna occasione per recitare l'abituale teatrino all'italiana.
È risaputo che nel Belpaese il palcoscenico della vittoria è sempre affollatissimo. Mancava vasavasa Cuffaro, impegnato in una fiera gastronomica del cannolo siciliano, ma gli altri c'erano tutti ed hanno trovato modo di azzuffarsi ed insultarsi, rivendicandosi meriti ed onori.
È persino ricomparso il desparecido della politica italiana Prodi.
Avrà colto l'occasione per perfezionare la svendita di "Aliscioperi" ad Air France.
Forse gli unici che si sono fatti un mazzo tanto per portare a casa questa manifestazione molto retrò e sostanzialmete inutile sono stati Formigoni e Moratti.
Da lombardo-milanese, avrei apprezzato che tanto impegno fosse stato indirizzato verso una migliore vivibilità del territorio, ormai ridotto a livelli meditterranei.
Ma forse, con i finanziamenti promessi questo miracolo potrebbe realizzarsi.
Ora, finita la sbornia di spumante e parole in libertà, c'è da chiedersi come sarà gestita questa avventura.
La domanda non è superflua poiché sul nostro passato grava la macchia di Italia '90, che rappresenta un epocale scempio di denaro pubblico che i signorini dei quartieri alti (dentone Moratti ed emége Montezemolo) realizzarono in combutta con il declinante partito socialista, ormai dedito a tempo pieno al pizzo tangentaro (agli smemorati consiglio di rileggersi le cronache del tempo).
Il rischio è quello di mettere in piedi uno spettacolo indecoroso fatto di opere faraoniche ed inutili,vedi terzo anello e copertura di San Siro, arrembaggio dei soliti noti toponi, ricorsi al Tar dei verdi-ecologisti, sospensione dei lavori, ritardi disastrosi nella realizzazione delle opere, ritorno trionfante della magistratura militante.
Insomma, un bella Milanopoli per i nipoti del prossimo ventennio.
L'altra ipotesi, pragmatica e modesta, è imitare Lisbona, Siviglia e, perché no, Torino, senza i furti, approfittando di un'inutile occasione per modernizzare e rilanciare la città.
Vedaremm.
Ma senza illusioni.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

SI Senza illusioni. Ma evitiamo, almeno per il momento, anche i pessimismi. Un'opportunità c'è stata data. Ora sta a noi.

banzai43

TheSteve ha detto...

Una Milano da Pero, 1 Aprile 2008

Spero si sia capito, al di là delle cartine illusorie del Corriere della Sera, che con gli investimenti Expo non cambierà la città di Milano, ma quella di Pero.
(Proprio ieri è morto Marco Mignani, il grande pubblicitario che ha coniato lo slogan "Una Milano da bere" e molti altri. Sulla Stampa un bel ritrattro)

da Camillo di Christian Rocca

cassinolazio ha detto...

Certo che il nome stesso si presta ad interpretazioni ambigue! E infatti se Ex-po significa che viene dal Po (inteso come fiume) allora la Padania non potrà che essere vincente, se significa che prima c'era il Po e che ora è tutto cambiato saremo sommersi come Napoli..
Dai, facciamocela!!!